Daryl Morey, GM degli Houston Rockets, è tra i dirigenti più abili e stimati dell’intero panorama NBA.
Intervenuto come di consueto al MIT Sloan Sports Analytics Conference, progetto annuale di cui è co-fondatore, il deus ex machina di Houston ha inteso sottolineare l’importanza delle draft picks in sede di scambio tra due franchigie. La metafora utilizzata riassume perfettamente il Morey-pensiero:
“Le draft picks sono come le sigarette in prigione. Sono l’unica moneta di scambio che si ha a disposizione. Il loro valore sale e scende costantemente.”
A tal proposito, il businessman classe 1972 ha avanzato una proposta di modifica che vincoli il valore stesso delle scelte che rientrano nella trattativa alle prestazioni offerte dal giocatore inserito a sua volta in un dato scambio.
I Boston Celtics, ad esempio, godono di una situazione di vantaggio scaturita dalla grande quantità di scelte nelle loro mani per gli anni a venire. Tuttavia, Danny Ainge ha ammesso, in tempi non sospetti, che il più delle volte la sovrabbondanza potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. In vista dell’ultima free-agency aveva dichiarato:
“La gente nella lega sa cosa abbiamo e per questo penso che stiano mirando ai nostri pezzi pregiati. […] Nelle ultime finestre di scambi [questa situazione] si è rivelata un ostacolo. Ciò che è sicuro è che dobbiamo fare solo operazioni nelle quali crediamo davvero.”
Per apportare modifiche al valore intrinseco delle scelte future, con l’inserimento delle clausole opportune, sarebbe necessario riformare completamente l’intero funzionamento della free-agency, della deadline e intervenire su tutti gli aspetti collaterali. La suggestione lanciata da Morey, dunque, è destinata, almeno per il momento, a rimanere tale.
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