Los Angeles Lakers Preview: ripartire con il piede giusto

Luke Walton conosce l’ambiente Lakers a meraviglia. Fu scelto alla 32esima nel 2003 dai gialloviola, dove rimase per nove stagioni, avendo anche il tempo di aiutare Kobe a vincere il suo quinto anello.

Appare piuttosto ovvio che il coach nativo di San Diego (al primo anno da capo-allenatore) abbia ben altri piani rispetto a Byron Scott. L’ex giocatore del Panathinaikos, visto che si parte sempre da lontano, ha lasciato ben poco alla voce instaurare una filosofia, nonostante fosse a suo tempo un membro dello Showtime. Scott ha chiuso il biennio sulla panchina gialloviola con un record di 38-126 (0.232), il peggiore tra i sedici allenatori Lakers con almeno due stagioni sul curriculum.

Troverà dunque terreno fertile e orecchie allerti Coach Walton. Assistente nella storica stagione 2015/2016 dei Warriors (che ha anche guidato ad un iniziale 24-0 – poi 39-4 – vista l’assenza di Steve Kerr) , Walton sembra poter esportare il modello Golden State, allineandosi dunque a quello che è la moda della Lega: giocare piccolo, spingere in contropiede e avere il maggior numero di giocatori polifunzionali possibile.

Credits to: nba.com

Com’è risaputo, Walton è figlio d’arte. Il padre Bill, che vinse due titoli tra Portland (da protagonista) e Boston (da comprimario), ha ammesso pubblicamente di avergli consigliato di rifiutare. La panchina dei Lakers, d’altronde, non è mai la più facile. Tirando fuori gli almanacchi, risulta chiaro come gli angeleni preferiscano puntare su allenatori esperti che preferiscono orchestrare giocatori esperti piuttosto che far migliorare giovani promesse. Siamo sempre lì, del resto: i Lakers e la loro perenne win-now mentality. Randy Pfund fu l’ultimo uomo (traghettatori di varia specie a parte) ad avere la sua prima esperienza da capo-allenatore sulla panchina dei gialloviola. Correva l’anno 1992 e Pfund durò meno di due stagioni.

Walton ha già detto chiaro e tondo che Ingram partirà dalla panchina. Sarà vero? Con l’inizio del camp si sta già ricredendo? Siamo ad un punto talmente enigmatico della stagione che parlare di tattica, schemi e quant’altro lascia il tempo che trova. Voglio dire, dei primi giorni di Lakers 2016/2017 sappiamo che la squadra ha trovato il soprannome per Ingram (Tiny Dog) e poco altro (leggasi risultati di un bowling fratricida).

In conclusione, sarà interessante osservare come Luke Walton rielaborerà tutto ciò che ha appreso da Phil Jackson e da Steve Kerr. Pur non avendo i giocatori per competere, un balzo in avanti (specialmente a livello di gioco) è quasi un ordine che il figlio di Bill dovrà eseguire.

IL COACH

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Pubblicato da
Michele Pelacci

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