Kyle Lowry è uno dei leader dei Toronto Raptors, fermati nella loro cavalcata vincente di 11 vittorie consecutive in quel di Denver dove hanno ceduto il passo ai Nuggets per 112-93 alla sirena finale. Una gara opaca per il numero 7 che non è andato oltre quota 10 punti in una pessima serata al tiro: 3 su 12 complessivo, 1 su 6 da 3 punti e appena 3 su 8 ai tiri liberi. Cifre non da playmaker che partirà titolare nel prossimo All-Star Game.
La frustrazione per la serataccia, sia a livello individuale sia a livello di squadra, è emersa in conferenza stampa quando alla domanda di un giornalista che gli chiedeva a proposito dell’interruzione della winning streak da 11 W di fila, Lowry ha risposo secco:
Con quella statistica mi ci pulisco il sedere.
Una reazione dura, figlia di un momento emotivo non facile dopo una brutta sconfitta ma forse eccessivo perché è vero che in NBA “everybody makes a run” sia in termini di punti sia di partite, ma allo stesso modo è un k.o. che va interpretato sempre nell’ottica delle 82. Nulla è vanificato, se non il record a livello statistico: i Raptors sono una delle squadre più attrezzate ad Est e daranno fastidio a tanti nei prossimi Playoffs.
Merito di coach Dwane Casey che in punta di piedi ha saputo costruirsi una credibilità importante prima in Canada e adesso anche in giro per la Lega nel corso degli ultimi anni, e merito anche della maturazione e della definitiva affermazione di elementi come DeMar DeRozan e appunto Lowry, che avrà modo di rifarsi subito visto che stanotte Toronto sarà di scena a Phoenix contro i malmessi Suns.