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NBA Season Preview: Northwest Division

Denver Nuggets

Il record della scorsa stagione dice 54 e 28 sconfitte, solo 3 partite di distanza dai Golden State Warriors primi della Conference, e una breakout season che ha improvvisamente elevato i Denver Nuggets a contender, quantomeno per un posto alle finali di Conference.
In tutta la lega, Denver è la squadra ad aver confermato più giocatori dalla passata stagione, e la rotazione dei playoff che li hanno visti uscire solo in gara 7 al secondo turno si ripresenta in blocco.
Le aggiunte più significative saranno rappresentate da Michael Porter Jr., pronto a fare finalmente il debutto in NBA e offrire tiro da fuori e versatilità grazie a suoi cm, e Jerami Grant, protagonista di un’ottima stagione con gli Oklahoma City Thunder lo scorso anno e che porterà ai Nuggets quel corpo super atletico da poter spendere contro praticamente ogni difensore avversario difensivamente. Se si aggiunge che nel 2018-19 Grant ha flirtato con il 40% da 3 nei tiri dagli angoli, il suo arrivo non può che far sorridere coach Malone.

Nikola Jokic, dopo un mondiale da dimenticare con la sua Serbia, si ripresenta in Colorado come top-10 della lega affermato, dopo essere diventato il quarto giocatore più giovane di sempre a far registrare almeno 20 punti, 10 rimbalzi e 7 assist a partita nel 2018-19; in questa stagione i Nuggets gli chiederanno un ulteriore salto di qualità, per diventare davvero una delle primissime superstar della lega e magari compiere qualche passo in avanti nell’applicazione difensiva, vero tallone d’Achille del centro serbo – il trattamento subito dalla Spagna e dall’Argentina ai mondiali nel pick ‘n roll ha evidenziato tutti i grandi limiti di Jokic nella propria metà campo.

Oltre a Jokic, avrà la lente d’ingrandimento addosso anche Murray, che dopo l’ottima terza stagione è chiamato al compito più difficile, confermarsi ed elevarsi ulteriormente a padrone del backcourt dei Nuggets: a lui e Gary Harris il ‘dovere’ di continuare a rendere Denver una squadra particolarmente dinamica sugli esterni, e in grado di colpire in più modalità (anche se continuano ad aleggiare sulla testa di Harris gli enormi dubbi riguardanti la sua tenuta fisica, che lo scorso anno gli ha permesso di scendere in campo solamente 57 volte, e in carriera gli ha fatto toccare le 70 presenze solo una volta, da sophomore).
Insieme a Murray e Harris ci saranno Monte Morris e Malik Beasley dalla panchina ad allungare la rotazione e offrire affidabilità a Malone anche nei momenti in cui sarà la second unit a prendere le redini, senza scordarsi del contributo di Juancho Hernangomez, a differenza di Jokic protagonista di un grande mondiale che lo ha visto trionfare da protagonista con la sua Spagna.

Dopo tutti i grandi giovani, per i Nuggets si presenta il nodo Paul Millsap, membro fondamentale della rotazione e vero termometro difensivo della squadra, ma giunto alla soglia dei 35 anni e con i soliti problemi fisici che si porta a carico ogni anno: il suo rendimento ad alto livello e in modo continuo sarà una chiave fondamentale per le possibilità di successo della squadra del Colorado.

I Nuggets si presentano ai blocchi di partenza con l’obbligo di lottare per il fattore campo, ma se lo scorso anno le difficoltà di Rockets e Thunder hanno semplificato le cose, non è scontato né tantomeno probabile che accada lo stesso in questa stagione con Lakers, Clippers, Warriors e gli stessi Rockets, forse le squadre più accreditate a prendere i primi quattro posti in regular season. La partecipazione ai playoff non dovrebbe però essere a rischio, e anche senza il fattore campo, chiunque incontri i Nuggets ai playoff avrà vita durissima.

Per poter pensare davvero di vincere il titolo, però, a Denver bisognerà aspettare ancora.

 

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Pubblicato da
Leonardo Flori

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