Golden State Warriors

NBA, Kerr contro le nuove regole della NFL durante l’inno: “Falso patriottismo”

Steve Kerr esprime tutta la sua amarezza in merito al nuovo regolamento adottato dalla NFL in merito al discusso caso dell’inno nazionale.

Le decisioni prese dai vertici della National Football League consistono nel vietare, pena sanzione economica alla squadra, ai giocatori ed allo staff di inginocchiarsi o sedersi durante la riproduzione dell’inno pre-partita. È, invece, consentito rimanere all’interno degli spogliatoi per la durata dello Star-Spangled Banner.

A seguito della decisione della lega, Donald Trump, che non è stato risparmiato da Kerr, ha dichiarato ai microfoni di Fox & Friends:

“Credo sia una decisione giusta. Penso che nessuno dovrebbe stare negli spogliatoi, ma nonostante ciò penso sia una buona decisione. I giocatori dovrebbero stare in piedi, fieri del proprio inno altrimenti non dovrebbero giocare, non dovrebbero essere lì. Forse non dovrebbero stare neanche negli USA.

Non sono stato io (a far pressione per questa regola). L’ho già detto. Penso sia stata la gente ad aver spinto la cosa. 

(La NFL) Teoricamente avrebbe dovuto occuparsene quando è iniziato il caso. Sarebbe stato molto più facile. Ma se ha fatto questo regolamento, allora ha fatto la cosa giusta.”

Oltre alla presa di posizione di Trump, anche le modalità di approvazione del regolamento hanno destato disappunto.

Secondo quanto riportato da ESPN non si è tenuta una votazione per l’approvazione della proposta di regolamento. Le fonti hanno affermato che i dirigenti della lega hanno intervistato i proprietari per sapere come avrebbero votato, ma non avevano un riscontro ufficiale, che è atipico per una decisione così importante.

L’head coach dei Warriors ha espresso la propria opinione a riguardo andando, come sempre, al nocciolo della questione:

“È tipico della NFL. Sta solo giocando per la propria fanbase. Fondamentalmente stanno cercando di usare l’inno nazionale per spaventare le persone e come falso simbolo di patriottismo e nazionalismo. È un’idiozia. Ma è così che la NFL ha lavorato finora. Sono fiero di far parte di una lega che capisce che il patriottismo in America riguarda la libera espressione e la protesta pacifica.”

Poi Kerr prosegue accusando Trump di aver spinto per questo genere di decisione:

” I vertici della NBA capiscono che quando i giocatori NFL si inginocchiano, lo fanno per protestare contro la brutalità della polizia, per protestare contro l’iniquità razziale. Non stanno mancando di rispetto alla bandiera o alle truppe. Invece il nostro presidente ha deciso che si trattava proprio di una mancanza di rispetto e la NFL ha seguito l’esempio, assecondando i propri fan e creando questo isterismo. Rispecchia un po’ ciò che non va nel nostro paese oggigiorno. Le persone che stanno ai piani alti cercano di dividerci, dividere le coscienze, facendone una questione sulla bandiera come se la bandiera americana fosse qualcosa di diverso da ciò che è realmente. Ossia una rappresentazione di cosa siamo, di cosa sia la diversità, la libertà di espressione, la protesta pacifica. È una situazione paradossale.”

 

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Pubblicato da
Claudio De Simone

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