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Utah Jazz Preview: solidamente senza stelle

Dove eravamo rimasti?

Quasi 22 punti, 5.4 rimbalzi e 3.5 assist in 34 minuti e mezzo a partita. Sono alcuni numeri della stella della squadra nella stagione 2016-2017. Stella su cui coach Quin Snyder non potrà più contare, visto il trasferimento ai Boston Celtics. Ovviamente si parla di Gordon Hayward.

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L’anno scorso c’era anche un ragazzone francese di 2,16 metri che alla quarta stagione in NBA ha giocato 81 partite su 82 tenendo una media di 14 punti (career high), 12.8 rimbalzi (career high) e 2.6 stoppate (career high) a partita, anche lui in 34 minuti, con un PER (Player efficiency rating) di 23.3, leggermente superiore al 22.2 di Hayward. Il secondo giocatore, l’avrete indovinato, è il nuovo volto della squadra: Rudy Gobert. Non che le sue abilità fossero un segreto, ma si trattava di un centrone europeo ancora in crescita, con compiti prettamente difensivi da rim protector. Pur senza sconvolgere il proprio gioco, Gobert è lentamente migliorato anche nella metà campo offensiva e dalla lunetta, dove è passato dal neanche 50% del primo anno, a un perfettibile 65% abbondante, che lascia ben sperare per il futuro.

Rudy Gobert (credits to: Justin Ford-USA TODAY Sports)

I Jazz sono passati dal record di 40-42 del 2015-2016, all’ottimo 51-31 dello scorso anno, con l’approdo ai Playoff come quinti della terribile Western Conference. Battuti a fatica i Clippers in 7 gare, sono stati poi spazzati via al secondo turno dai Golden State Warriors.

Lasciando un attimo da parte le due punte di diamante della squadra dello scorso anno e George Hill (finito ai Kings), ci sono altri tre giocatori che meritano una menzione. La meritano perché fino all’anno scorso la loro carriera era stata in ascesa. Nell’ultima stagione, però, per infortuni, condizione o scelte dello staff, il loro rendimento è vistosamente calato e hanno giocato molto meno. Derrick Favors ha segnato ben 7 punti di media in meno rispetto all’anno prima, perdendo anche il posto fisso in quintetto. Calo meno verticale, ma discorso simile per Rodney Hood. Gli infortuni hanno limitato in modo pesante Alec Burks, che negli ultimi tre anni è riuscito a giocare solo 100 partite in totale. Le prestazioni sul campo ne hanno risentito.

Dante Exum è tornato lo scorso anno dopo aver saltato completamente la seconda stagione della propria carriera per un grave infortunio al crociato. Il talento c’è, ora che l’infortunio è largamente superato dovrebbe esserci anche margine per una vera e propria esplosione, nonostante qualche limite al tiro (neanche il 30% da tre).

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Pubblicato da
Alessandro Bonfante

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