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#NbaReligionQ&A: il tiro da 3 dei Bulls, Embiid, il dominio dei Cavs, la solitudine delle star

Q: Luca Fossati, lettore di NbaReligion

Golden State mostra problemi fisiologici in questo inizio pieno di cambiamenti, mentre Cleveland sembra sempre più sicura dei propri mezzi (basta vedere la vittoria mai tirata, ma mai in discussione contro i Raptors): ad Est si corre davvero soltanto per il secondo posto?

A. Dopo un’estate di festeggiamenti per il primo storico titolo i Cleveland Cavaliers hanno dovuto rimettersi la maglina (sorry JR) e rimettersi in gioco. Adesso c’è un titolo da difendere e per la prima volta da quando è a Cleveland LeBron James può iniziare una stagione senza fastidiose etichette o sovrastrutture. Cleveland è nettamente la prima forza ad Est ed ha iniziato la nuova stagione con solo vittorie, dando una sensazione di controllo totale su quello che li circonda. Il core è pressoché intatto ― fuori Mozgov e Dellavedova (sic) dentro Denleavy e Chris Andersen ― e Tyronn Lue è saldamente al suo posto.

Cleveland sembra essere più rilassata delle passate stagioni ed è talmente consapevole dei propri mezzi che potrebbe persino decidere di usare l’intera regular season a sperimentare in vista della post season. Questo vuol dire che la prima piazza nella griglia dei playoff ad Est potrebbe non essere un obiettivo primario per LeBron e compagni e potrebbe aprire la porta a delle sorprese, per quanto riguarda i piazzamenti. Molto ovviamente dipenderà dagli avversari, e da come sapranno evolversi durante questa regular season. Al momento è molto difficile pensare ad una Cleveland eliminata prima delle prossime Finals, ma si sa, le stagioni NBA sono lunghe e piene di ostacoli non preventivabili. Poi però se LeBron è sempre questo stiamo parlando di niente.

Per chi vuole, c’è anche la versione alternativa in cui Vucevic alla fine esplode.

Chi potrebbe detronizzare Cleveland quindi? La Eastern Conference ha visto quest’estate tanti cambiamenti di ogni genere in tante franchigie, da Indiana a Orlando, da Miami a Chicago, da New York a Washington o Atlanta. Chi non ha cambiato quasi niente è Detroit, che dopo anni di anonimato è pronta a rilanciarsi a solida squadra da playoff, anche se per lo scettro di anti-Cavs è ancora molto prematuro. Il quintetto è giovanissimo e Van Gundy sta plasmando il talento a disposizione: dovessero esplodere definitivamente teneteli nei vostri radar.

Poi ci sarebbe anche Andre Drummond, che continua ad inanellare doppie-doppie da 20+ punti e rimbalzi.

Come detto giustamente nella domanda Cleveland ha già battuto Toronto in questo inizio, dando l’ennesima grande prova di forza. Va però detto che Toronto è sembrata una squadra molto solida, con un piano partita che può sembrare limitato e prevedibile ma che da due anni a questa parte sta funzionando al meglio.

La perdita di Biyombo toglie intensità difensiva e un caterpillar da mandare contro Thristan Thompson, ma i Raptors sperano di poter contare su un Valanciunas al 100% per tutta la stagione e compenseranno con molti più minuti di “small ball” con Patterson e Carroll da quattro. Soprattutto i tifosi dei Raptors sperano che Lowry non crolli nei playoff come accaduto un po’ troppo spesso negli ultimi anni. Toronto comunque è, ad oggi, l’avversaria in grado di spaventare maggiormente i Cavs.

La tripla con cui Irving da la vittoria a Cleveland. Dov’è che l’avevo già vista….????

L’outsider più intrigante per il ruolo di anti-Cavs però sono i Boston Celtics. Con l’aggiunta di Horford Boston è tornata finalmente nel gruppo d’élite ad Est e sembra aver preso il giocatore giusto nel contesto giusto. La sola presenza di un giocatore della qualità di Horford sotto canestro sta dando dei vantaggi ai Celtics e man mano che la nuova ricetta preparata da Brad Stevens (uno dei migliori allenatori della lega, occhio non ci scappi già quest’anno un Coach Of the Year) sarà pienamente in funzione c’è motivo di credere che Boston possa rappresentare una minaccia concreta.

La circolazione nell’attacco dei Celtics. Bello anche l’entry pass schiacciato a terra/cadendo a terra di Isaiah Thomas.

I Celtics già nella scorsa stagione sono stati una delle prime 5 difese della lega, non che una delle prime 3 per turnover forzati agli avversari: la difesa super aggressiva che giocatori come Bradley, Smart e Crowder possono mettere in campo verrà affiancata quest’anno anche dalla presenza di un lungo (Horford appunto) in grado di difendere pick-and-roll anche lontano da canestro. Nella metà campo offensiva invece il centro ex Atlanta rappresenta il tassello perfetto per rendere il pick-and-roll con Thomas molto complicato da difendere; se poi Boston dovesse crescere da oltre l’arco (terzultimi per efficienza nella passata stagione con il 33.5%) diventerebbe ancora più indifendibile.

Possono i Celtics giocarsela già quest’anno contro i Cleveland? Ad oggi la risposta tenderebbe ad essere negativa, ma chissà: la stagione è lunga e nella NBA quello che è una certezza oggi può non esserlo domani. C’è di certo che i Cavs partono nettamente avanti a tutti gli altri, ma non perdete la fiducia nella magia del Gioco. In fondo, la NBA è quel posto dove amazing things happen. 

IL DOMINIO CAVS

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Pubblicato da
Niccolò Scarpelli

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