Curiosità

NBA, La “nuova” Las Vegas di Lamar Odom

Ormai è noto a tutti, la città più popolosa del Nevada è conosciuta come la città degli eccessi, del gioco d’azzardo e del divertimento in tutto e per tutto. E’ una città legata a doppio filo con Lamar Odom.

L’ex cestista dei Lakers ha visto accadere lì innumerevoli episodi cruciali della sua vita. Nella “città del peccato” Odom avrebbe potuto giocare al college, l’accordo sembrava vicinissimo, ma poi saltò tutto e passò tre anni all’Università di Rhode Island.

Ma Las Vegas ha soprattutto ricordi amarissimi per Odom, seppur gran parte di essi neanche riesce più a ricostruirli. Si perché, nel 2015, in un bordello di nome Crystal, l’ex 7 gialloblu fu trovato in uno stato d’incoscienza per l’effetto di un cocktail di droghe, alcool e viagra.

“Qui sono quasi morto. Ho avuto 12 infarti e 6 arresti cardiaci mentre ero in coma. I dottori ed io stesso non riusciamo ancora a credere come possa essere ancora in piedi. E’ un autentico miracolo.”

Così ha parlato Odom di quel 13 Ottobre indimenticabile. Dal Nevada e da Las Vegas sembra però voler ripartire. Farà infatti parte degli Enemies, una delle squadre partecipanti alla lega BIG3, campionato nato qualche anno fa in cui si affrontano due squadre, delle dodici partecipanti, composte da 3 giocatori con la presenza di tante ex star NBA. Quest’anno sono stati draftati giocatori del calibro di Greg Oden che, tra una pagina di tesi e l’altra, giocherà per gli Aliens.

Lamar non è più quello di un tempo:

“Si sono ancora in piedi ma non ho più il ball-handling di un tempo. Il signore sembra abbia voluto togliermi questo dono. Userò questa opportunità per cercare di strappare un altro anno di contratto in Europa magari e poi pensare al ritiro. Questo è il mio obiettivo.”

Sembrerebbe però non essere una novità per Odom vivere esperienze simili dato che, probabilmente non contento di ciò che gli era accaduto, il 6 novembre 2017 è stato ritrovato privo di sensi dopo aver bevuto eccessivamente in un night club.

Una voglia scaturita da qualcuno in particolare:

“Veder giocare a 33 anni LeBron in tutte e 82 le partite di Regular Season mi ha trasmesso la voglia di ritornare a sudare in palestra. L’anno prossimo li riporterà ai playoff ne sono certo. Grazie a lui ho deciso di provare. Se fallirò, fallirò ma per me è davvero importante essere riuscito a tornare. E’ già una mia personale vittoria.”

A noi tutti importa poco dell’ultimo contratto da firmare in Europa, la speranza è quella di vederlo lontano dai problemi extra cestistici che più di una volta ne hanno contraddistinto la carriera e forse oscurato un pizzico del suo immenso talento.

 

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Pubblicato da
Carmine Borgia

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