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Beal non chiede l’elemosina per l’All-Star Game: “Il mio gioco parla da sé”

No love for Bradley. Beal, guardia 24enne dei Washington Wizards e 15esimo miglior realizzatore NBA (23.6 punti), si è piazzato solo al nono posto tra le guardie della Eastern Conference nella prima tornata di votazioni per l’All-Star Game (71.079 voti per lui). Dietro, per dire, al veteranissimo dei Cavs Dwyane Wade (165.000) e a Isaiah Thomas (fuori per infortunio fino a qualche partita addietro; 87.000). Beal, in un’epoca in cui i giocatori NBA sono ossessionati da rilevanza mediatica e presenza social, ha deciso di tenere un profilo basso.

FLY DOWN

Questo il commento del giocatore dei Wizards (intervista rilasciata al Washington Post):

“Non sono il tipo che va a caccia di voti per l’All-Star Game, magari postando in continuazione sui social: «Votate per me, votate per me». Non mi interessa. Credo ci sia presunzione in questo tentativo di accaparrarsi voti. Chi vuole è più che libero di farlo, ma io credo che noi giocatori dovremmo lasciar parlare il campo. Non stiamo mica correndo per la presidenza, quel che ci interessa è la pallacanestro. Punto. Se arrivano convocazioni di prestigio e premi, bene; se non arrivano, bene lo stesso.”

Dichiarazioni di certo fuori asse rispetto all’egocentrismo medio della star NBA tipo. Va ricordato come il fan voting, nella selezione del roster dell’All-Star Game, incida per il 50%, coi voti di media e giocatori che pesano per il restante 50. Magari Beal, con la spinta degli addetti ai lavori, riuscirà comunque a partecipare alla prima Partita delle Stelle della carriera. Non dovesse farcela, continuerà a far parlare il suo gioco.

 

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Pubblicato da
Elia Pasini

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