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Paul George tende la mano ad OKC per il suo futuro

Non sarà la vittoria dell’anello a decidere il destino di Paul George.

L’ala in forza ad Oklahoma diventerà unrestricted free agent in estate ed il suo futuro verrà deciso dalle sue sensazioni riguardo all’indirizzo che prende la franchigia di cui farà parte.

Ho molto a cui pensare. Questa estate sarà importante, ho molto da pensare, se siamo in una buona condizione, se stiamo andando nella giusta direzione, se sento che c’è qualcosa che stiamo costruendo e c’è una base allora sarebbe stupido da parte mia alzarsi ed andarsene. Sono molto consapevole che siamo insieme solo da un anno a questa parte, e stiamo continuando a migliorare. E’ meglio attenersi a ciò che abbiamo e lavorare alla costruzione.Quindi non direi che sarà “o campionato o fallimento”, oppure che andrò via se non vinciamo. Si tratta di costruire, se mi piace cosa stiamo costruendo o il livello a cui stiamo andando, sarebbe stupido allontanarsi da tutto ciò.

I commenti di George sono arrivati ​​in risposta a quelli fatti dal compagno di squadra Russell Westbrook il mercoledì precedente. A Westbrook, MVP in carica del campionato, è stato chiesto se avesse bisogno di fare quattro chiacchiere con George per tenerlo ad Oklahoma.

No. Il discorsetto ci sarà quando vinceremo un campionato.

George è stato accostato alla sua città natale, Los Angeles, più volte la scorsa estate quando aveva dichiarato di non voler rinnovare con Indiana. Le voci che lo vogliono ai Lakers sono ricomparse durante i due match consecutivi che hanno visto impegnati i Thunder di Westbrook e compagni.

Da parte sua, George e quelli a lui vicini hanno sostenuto che il suo desiderio principale con qualsiasi potenziale destinazione è la possibilità di vincere al più alto livello. Il record attuale dei Thunder è di 21-17 mentre quello dei Lakers è 11-26. Ma Oklahoma City è migliorata di recente, vincendo sette delle sue ultime nove partite, e PG e Carmelo Anthony hanno iniziato a giocare meglio al fianco di Westbrook.

Il cambiamento più grande è avvenuto quando io e Melo abbiamo detto a Russ che deve essere ciò che è. Tutti noi avevamo paura di calpestarci i piedi. A volte sentivo che Russ stava cercando di coinvolgere gli altri quando invece c’erano dei tiri che avrebbe dovuto prendere, ma non prendendoli metteva fuori ritmo tutti. Ora sa che gli guardiamo le spalle. Ci fidiamo di lui e lui di noi. Abbiamo ritmo, abbiamo girato bene la palla ultimamente, siamo un gruppo, siamo rilassati, siamo a nostro agio là fuori.

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Pubblicato da
Claudio De Simone

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