Oklahoma City Thunder

Carmelo Anthony sul momento di difficoltà degli Oklahoma City Thunder

Nonostante l’ottimismo lasciato molto spesso trapelare dalle dichiarazioni dei protagonisti, il momento ad Oklahoma City è tutt’altro che facile: il record della squadra dice 12-14 con le prossime due partite contro Pacers e Sixers che potrebbero significare molto per la stagione della franchigia. Sul banco degli imputati ci sono tutti dall’allenatore, alle tre star e anche la panchina, nessuno sta rendendo come dovrebbe: dalle 8 partite sotto il 50% al tiro di Rusell Westbrook, al dicembre disastroso di Carmelo Anthony con 12 punti e solo il 35% dal campo. A questo si aggiungono i problemi fisici di Paul George, che potrebbe rientrare nella partita di Indianapolis in un’atmosfera tutt’altro che facile.

Per quanto riguarda il prodotto di Syracuse sono in aumento le persone che vorrebbero vederlo giocare in uscita dalla panchina, in modo da dare un maggiore equilibrio alla squadra, distribuire meglio i possessi offensivi e dare più peso alla panchina, che troppo spesso si è dimostrata carente quando è stata chiamata in causa (penultima nella lega con 23.2 punti a partita).

Melo ha parlato nel pomeriggio di ieri hai microfoni, senza però entrare nello specifico delle sue prestazioni e del suo eventuale nuovo ruolo in squadra:

“Sappiamo cosa vogliamo fare e come vogliamo giocare, abbiamo messo in difficoltà tutti quando abbiamo giocato nella maniera giusta, quando abbiamo eseguito il nostro piano partita sia in attacco che in difesa, dimostrando di essere una delle migliori squadre NBA. Poi ci sono dei momenti in cui non lo facciamo, ci mostriamo vulnerabili e non riusciamo a riprenderci”.

Le parole di Anthony sono sostenute dai fatti viste le vittorie contro squadre come Golden State e San Antonio, ma è nelle partite “facili” che gli Oklahoma City Thunder si perdono: inaccettabili per ora le sconfitte contro squadre di bassa classifica come i Phoenix Suns, i Dallas Mavericks, o l’ultima in ordine temporale contri gli Charlote Hornets, tutte accomunate da periodi prolungati di totale black out offensivo e difensivo.

Dopo solo un terzo di stagione regolare nulla è ancora segnato, con 56 partite ancora da giocare tutto è ovviamente ancora risolvibile, ma qualcosa andrà sicuramente cambiato -ancora salda la posizione in panchina di Billy Donovan- per invertire il trand negativo che da inizio stagione aleggia su Russell Westbrook e compagni.

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  • Su questo sito(o altrove - non ricordo)avevo espresso ammirazione su operato di S.Presti che aveva fatto una grossa operazione di mercato, partendo da situazione svantaggiata rispetto ad altri team. Però avevo anche espresso molti dubbi su squadra: avere 3 giocatori che necessitano di così tanti possessi e tiri in un incontro per rendere al meglio poneva interrogativi grossi come città, interrogativi che in questa prima parte di stagione si stanno concretizzando in problemi. Mai stato un fan di RW e ho sempre considerato Melo e PG due attaccanti eccezionali, ma che funzionano bene in squadre dove loro si occupano di segnare e basta e non del resto. La chimica in una squadra mi pare più importante del talento, scommetto che in un simulatore o alla playstation OKC oggi sarebbe in cima alla classifica, nella realtà pare che i tre non combacino, la panchina è debole e i guai salgono a galla. Non so se Melo accetterebbe mai di partire dalla panchina, ma potrebbe essere una buona cosa. Il limite dei Superteam che vanno di moda adesso è appunto trovare la quadra, agli Warriors ci stanno riuscendo, a HOU pare di sì, a Cle l'anno scorso hanno avuto problemi(a roster i Cavs 2016-17 mi sembravano più forti di quelli che vinsero il titolo), a OKC l'oggi è difficoltoso. Tante volte meglio 3 giocatori "normali" che sanno quello che fanno e conoscono bene i propri limiti che 1 fenomeno da 25/30 punti a partita.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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