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Omri Casspi sembra aver superato Nick Young nelle rotazioni dei Warriors

In estate l’aggiunta di Omri Casspi era passata molto in secondo piano rispetto all’arrivo di Nick Young dai Los Angeles Lakers. Young veniva da un’ottima stagione dal punto di vista statistico con 13 punti e il 40% da tre e a detta di molti, viste le sue doti balistiche, era una scelta perfetta per la seconda unit dei Warriors, mentre il giocatore isrealiano era reduce da una stagione in cui aveva cambiato tre squadre e da un europeo giocato in casa a dir poco fallimentare.

Anche i diversi contratti dei due giocatori (mid level execption per Nick e minimum veteran per Casspi) sembravano indicare la gerarchia fra i due, ma la preseason ha dato esiti diversi: al di là delle cifre statistiche che lo hanno visto essere il quarto miglior realizzatore con 9 punti a partita, il nativo di Los Angeles è sembrato estraneo ai meccanismi dei Warriors, bloccato sempre sul perimetro aspettando uno scarico oppure prendendo tiri forzati e fuori equilibrio fermando la circolazione, quando il flusso di gioco della Squadra della Baia si basa, al di là delle improvvisazioni di Curry e Durant, principalmente su un continuo movimento di palla e uomini composto molto spesso da continui tagli che tengono impegnata costantemente la difesa e che coinvolgono sia i lunghi che gli esterni.

In questo sistema sembra trovarsi molto meglio un giocatore versatile come Omri Casspi che oltre ad essere un ottimo tiratore sugli scarichi (37% in 8 stagioni NBA) è in grado di fare tante altre cose fondamentali per i Golden State Warriors soprattutto all’interno del secondo quintetto composto da giocatori atipici e molto versatili.

Sul giocatore Isrealiano ha speso ottime parole anche Coach Steve Kerr:

“E’ a suo agio in tutto quello che facciamo. Può essere un tagliante, è un tiratore, ha idea di quali debbano essere le nostre spaziature, ha una grande visione di gioco; si troverà molto bene con noi”

Oltre alla sua versatilità offensiva, Omri Casspi risulterà importante anche per la sua capacità di difendere su entrambi i ruoli di ala, permettendo ai Warriors di avere anche un secondo quintetto molto agile e versatile con difensori come Iguodala e Livingston, oltre all’ex Sacramento, che possono cambiare su qualsiasi pick n’ roll.

Per quanto riguarda Young, per mantenere un ruolo significativo, dovrà dare seguito ai quei miglioramenti difensivi intravisti all’inizio della scorsa stagione con Coach Walton ai Lakers (quando ancora i GialloViola giocavano per vincere), perché come detto da Steve Kerr questi saranno i Golden State Warriors più profondi di sempre e dietro Nick Young ci sono giocatori giovani e interessanti come Patrick McCaw e il rookie Jordan Bell che fanno della versatilità e dell’intensità la loro forza e per questo sono molto apprezzati da compagni e allenatori.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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