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Popovich parla del Black History Month

Gregg Popovich non è soltanto uno dei più grandi allenatori presenti nella NBA, ma è prima di tutto un grande uomo. Dopo la vittoria sui Philadelphia 76ers che gli ha regalato il record eguagliato di Jerry Sloan per vittorie con una singola franchigia, il coach dei San Antonio Spurs si è soffermato su un argomento che tiene banco in questi giorni negli Stati Uniti ovvero il Black History Month.

Tutto il mese di febbraio, come stabilito dal presidente Ford nel 1976, è dedicato al ricordo delle vessazioni e delle discriminazioni subite dalla popolazione afroamericana nel corso della storia. Una ricorrenza molto sentita negli USA visto la preponderanza di gente di colore, ma che tocca tutti quanti gli americani e anche lo stesso Popovich ha voluto parlare del significato importante che porta in dote questa celebrazione.

Ecco la dichiarazione rilasciata da Popovich a Jabari Young del San Antonio Express-News.

È una ricorrenza speciale, che porta con sé tanti eventi e significati. Sembra bizzarra perché noi non abbiamo vissuto quei periodi, ma è sempre importante ricordare chi non c’è più e le esperienze difficili vissute dalla popolazione di colore. È una ricorrenza che celebra quelle persone che si sono battute per i diritti di milioni di altre persone come loro, ma al tempo stesso è una ricorrenza che ci ricorda quanto ci sia ancora tanto da fare. Quello che mi fa più specie, se ci penso bene, è il pensiero che hanno le persone nel nostro Paese riguardo a questo argomento. A volte sento “sono stanco di parlare di questo” oppure “dobbiamo davvero parlare di razzismo?” Certo che sì, dobbiamo parlarne perché è un problema ancora comune nel nostro sistema. Non è che se uno si allaccia le scarpe e lavora duro, allora può millantare il cosiddetto sogno americano. Non basta, perché bisogna essere consapevoli che chi è nato con la pelle bianca ha avuto un privilegio clamoroso sotto tutti i punti di vista. La gente ancora non si rende conto quanto la nostra società sia divisa e iniqua soltanto per la distinzione del colore della pelle. Sarebbe ora di superare questo problema ma è difficile farlo perché la gente si rifiuta di affrontarlo quando invece è un vero e proprio discorso nazionale. È difficile anche perché abbiamo un presidente che per quattro o cinque anni ha denigrato il presidente che c’era fino a poco fa e l’ha dichiarato illegittimo, come se spettasse a lui dirlo.

 

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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