LeBron James e Phil Jackson nelle scorse settimane si erano resi protagonisti di un’accesa discussione a distanza. Coach Zen aveva denunciato i favoritismi di cui la stella dei Cleveland Cavaliers godrebbe nella lega. James non aveva accolto di buon grado la critica, soprattutto per l’uso da parte di Jackson della parola “posse”, considerata oltremodo offensiva dal MVP delle scorse Finals per la sua connotazione razziale.
LE PAROLE DI JAMES – Mercoledì i Cavs incontreranno i New York Knicks nella Grande Mela. In vista di tale appuntamento, lunedì alcuni reporter hanno chiesto a James se fosse pronto per un colloquio con Jackson. La risposta del Prescelto è nettamente negativa, come riporta Dave McMenamin di ESPN.
No. Non mi ha offeso personalmente, ma deve essere chiaro quanto ancora dobbiamo dobbiamo fare e quanta strada ancora c’è da fare per noi afroamericani. Anche al giorno d’oggi. Per quanto mi riguarda, ho costruito la mia carriera dentro e fuori dal campo sul massimo rispetto. Ho sempre offerto il massimo rispetto a chiunque: i miei pari, le persone che hanno spianato la strada per me e per gli allenatori, i giocatori e simili. Ho sempre dato rispetto a loro e allo stesso modo si sono comportati con me. Questo significa che abbiamo ancora molto lavoro da fare, io e la squadra. Dobbiamo continuare a proteggerci l’un l’altro e migliorarci sempre.
LA VICENDA – Nello specifico, Jackson aveva messo in evidenza certi trattamenti speciali a suo dire riservati a James e si era riferito a Maverick Carter e Rich Paul (manager e agente di LeBron), descrivendoli come la sua “posse”.
Tutto ciò aveva sollevato dichiarazioni dagli stessi Carter e James, oltre a coinvolgere Tyronn Lue, Kevin Durant e Carmelo Anthony. Ripercorriamo la vicenda:
