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Brooklyn Nets Preview: il futuro (non) è oggi

La franchigia del quartiere più hipster di New York non nutre particolari speranze per la prossima stagione. La consolazione? Ripartendo da zero si può solo migliorare…forse

nets warren

DOVE ERAVAMO RIMASTI…

Speranza. C’è poco o altro nel dizionario odierno dei tifosi di Brooklyn, che possono aggrapparsi solamente ad essa per vivere in maniera pacifica la prossima avventura. La stagione 15/16 si è conclusa con un indegno record di 21 vittorie e 61 sconfitte, frutto di una gestione passata scellerata e fin troppo orientata al “vinciamo tutto e facciamolo subito!”.

Uno slogan che si è però trasformato in una sacrificio disumano di scelte al draft e di programmazione futura, fino a ridurre Brooklyn come il team che più di tutti, quest’anno, rischia di fare peggio di quanto già mostrato malamente la scorsa stagione.

Il presidentissimo Mikahil Prokhorov ha imparato a proprie spese che i miliardi di dollari non sempre si traducono in certezza di vittoria, e forse proprio per questo durante la scorsa stagione ha deciso di resettare tutto, avendo il coraggio (finalmente) di cambiare ad ogni livello strutturale. Hollins e King, coach e GM, sono stati sostituiti rispettivamente da Kenny Atkinson (ex assistant ai Knicks, Hawks ed head coach della Repubblica Domenicana) e Sean Marks. A loro il compito più difficile, e per certi versi anche più facile, dei Nets attuali: ricostruire con pazienza senza mettere la testa sotto la sabbia.

IL MERCATO DEI BROOKLYN NETS

Ancora debitori degli scambi che portarono nel lontano 2010 ad avere Pierce, Garnett, Joe Johnson, Deron Williams e Terry,  i Broolyn Nets odierni potevano fare ben poco sul mercato. Si sono mossi scegliendo di acquisire buoni rincalzi, con un occhio di riguardo verso i giovani che si sono aggregati in squadra, sperando (questa parola è di fondamentale importanza per i Nets) di aver strappato una “steal” nella marmaglia delle scelte alte al draft 2016.

Con Thaddeus Young spedito ad Indianapolis, la franchigia ha continuato il suo progetto di rebuilding, privandosi di un contratto da oltre $12 milioni, e acquisendo la pick 20 dai Pacers, con la quale è stato chiamato Caris LeVert. Senior da Michigan, arriva in NBA con un curriculum di tutto rispetto che lo vede come ottimo realizzatore (16,4 a partita) e discreto rifinitore del gioco (4,9 assist con appena 1,3 perse), il tutto in un corpo che sfiora i due metri. Molto pericoloso sia dal mid-range che da oltre l’arco, le sue percentuali calano quando deve attaccare il ferro, specialmente contro giocatori più grossi di lui. Anche in difesa deve lavorare, soprattutto negli 1vs1, ma la vera incognita che tormenta LeVert sono le sue condizioni fisiche. Nelle ultime due stagioni ha giocato appena 33 partite, di conseguenza sarà compito dello staff medico dei Nets occuparsi di questo ragazzo tanto fragile quanto mortifero al tiro.

Nel pacchetto lunghi è da segnalare Egidijus Mockevicius. Lituano, ha passato quattro anni ad Evansville (sperduto college nell’Indiana) dove ha preso tutti i rimbalzi che poteva prendere, chiudendo il suo anno da senior con 14 (QUATTORIDCI!) di media che gli valgono il titolo di miglior rimbalzista in NCAA. Al draft non lo prende nessuno, così Marks gli offre un contratto di un anno parzialmente garantito che gli ha permesso di sbarcare in NBA a 23 anni.

Dalla stagione scorsa i “sopravvissuti” sono 6 tra cui Bogdanovic, Hollis-Jefferson e Brook Lopez, a cui sono stati aggiunti nomi di (poco) rispetto per tentare di far sì che l’arca possa affondare meno prepotentemente rispetto al passato. Anthony Bennet è per l’ennesima volta una scommessa persa: il disastroso numero 1 al draft 2013 ha trascorso la sua carriera NBA deludendo le aspettative di Cleveland prima, di Minnesota poi, e dei Toronto Raptors solamente un anno fa. Il suo ingaggio viene visto come lo specchio reale della situazione di immobilismo dei Nets, impossibilitati ad ottenere le firme di nomi importanti e di scelte al draft accettabili, si sono dovuti accontentare di giocatori-traghettatori in vista di tempi migliori.

Randy Foye, Louis Scola e Greivis Vasquez sono gli altri nomi di veterani NBA che hanno deciso di passare i prossimi 365 giorni senza pressioni: come poter rifiutare una vacanza annuale a New York, per di più stipendiata!? La vera chicca di mercato di Brooklyn, però, si chiama Jeremy Lin. E’ lui il vero colpo (…) di una città che già lo aveva visto esplodere da molto vicino nel 2012, quando il play prodotto di Harvard fece impazzire gli abitanti di Manhattan, e di tutta l’Asia, con prestazioni mai viste per un giocatore così altamente sottovalutato.

Chissà che l’aria di casa non l’aiuti a far si che la Lin-Sanity possa essere molto di più che un piacevole ricordo. I Nets sono pronti a prenotare la nomea di Brook-LIN.

IL COACH

Debuttante assoluto nelle vesti di Head Coach in NBA, come già anticipato Kenny Atkinson ha fatto parte dell’organizzazione dei Knicks proprio ai tempi della Linsanity, degli Hawks e della Nazionale Ucraina nel 2011. Ma non è tutto qua. Kenny ha anche un passato da “director of player development” al Paris Basket Racing Club, alla nazionale georgiana e agli Houston Rockets, giusto per completare il profilo di un professionista della pallacanestro a 360°.

Kenny Atkinson al giorno di presentazione nell’arena di Brooklyn

A lui la responsabilità di dare un minimo di gioco ad una squadra costruita con poco senno e molta confusione, ma le capacità di un ex “sviluppatore talenti” potranno essere molto utili anche sotto questo punto di vista. Brook Lopez sarà sicuramente il giocatore su cui accentrare gli schemi offensivi, ma la vera sfida del neo-coach riguarda soprattutto il lato difensivo: spina nel fianco di un team che singolarmente non sembra essere provvisto di giocatori in grado di fare la differenza.

OBIETTIVI

Difficile dare un senso a questo termine. Quali possono essere gli obiettivi di Brooklyn? Prima di tutto schiarirsi le idee, che sicuramente saranno più limpide col passare del tempo, ma poi sarà il campo a parlarle e a dire che tipo di squadra sarà quella della prossima stagione.

SCENARIO MIGLIORE: Coach Kenny riesce a modellare uno stile di gioco che coinvolga gran parte del roster, trovando alchimie e spirito di sacrificio di tutti gli interpreti. Le scelte al draft s rivelano vincenti, con un pizzico di fortuna Jeremy Lin torna ad essere quel fenomeno che è stato in canotta Knicks. La difesa gira in maniera decente e le idee sono chiare. I playoff non arrivano (e ci mancherebbe) ma quantomeno le 30 vittorie stagionali non imbarazzano i tifosi.

SCENARIO PEGGIORE: Giocatori disinteressati al gioco di gruppo: dopotutto si può sperare ben poco con questo team, perché non mettere in mostra il proprio talento in maniera egoistica per poi strappare un buon contratto?  Inoltre l’ambiente è totalmente nuovo, la mancanza di talento è sotto gli occhi di tutti e il futuro è quello che è. Rispetto allo scorso anno poco è cambiato e Kenny può fare ben poco. Ultimo record della lega che vale una delle peggiori stagioni della storia dei Nets.

PREVISIONE: Poche altre squadre possono “vantarsi” di avere ben poco da dire già da ben prima che inizi la stagione. La previsione coincide con lo scenario peggiore: l’ultima posizione in classifica li aspetta inesorabilmente.

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