Nowitzki: “Preferirei ritirarmi in stile Duncan piuttosto che in stile Kobe”

La scorsa stagione ha visto il ritiro di due pezzi da novanta che hanno fatto la storia della NBA, Kobe Bryant e Tim Duncan. La modalità nella quale è stato dato l’annuncio dell’intenzione di appendere le scarpe al chiodo è stata molto diversa: Kobe lo ha fatto con una lettera aperta diramata lo scorso 29 Novembre (leggila qui), che è stata il preludio a un farewell tour durato fino ad Aprile; TD invece ha scelto di lasciare in silenzio, evitando i riflettori, cosa che lo ha contraddistinto per tutta la sua carriera NBA.

Fare paragoni tra i due campioni è insensato/sbagliato, poiché stiamo parlando di due personaggi caratterialmente e mediaticamente agli antipodi, né ha senso dibattere su quale modalità è stata più giusta/migliore dell’altra.
A breve (tra un paio d’anno in teoria), toccherà anche a Dirk Nowitzki dare l’annuncio del suo ritiro e, a questo punto, ci si chiede quale tra le due modalità potrebbe utilizzare per comunicare al mondo del basket la sua decisione.

Sapete, amo il modo in cui Kobe ha lasciato: con una partita da 60 punti, esattamente nello stile Kobe. L’intera arena ha vissuto l’ultimo quarto in piedi, è stato bellissimo da guardare. Ma io sono più un tipo alla Duncan, un ragazzo silenzioso al quale non serve la luce dei riflettori. Certo, magari non una semplice e-mail come ha fatto Tim, però ad esempio una semplice conferenza stampa potrebbe essere una buona soluzione. Non so, non ne voglio parlare ora anche perché mi rendo conto che manca davvero poco. Voglio solo godermi questi ultimi due anni.”

Una cosa accomuna Bryant, Duncan e Nowitzki: tutti e tre hanno deciso di indossare una sola maglia per tutta la loro carriera in NBA. Stando a quanto riportato dai media statunitensi negli ultimi mesi, Wunder Dirk avrebbe accettato di lasciare Dallas solamente in caso di ricostruzione e svecchiamento della franchigia, ma le acquisizioni dai Warriors di Barnes e Bogut hanno confermato lo status di squadra candidata ai playoff.

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Pubblicato da
Federico Saltalamacchia

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