Dwyane Wade si presenta: “Sono un ragazzo di Chicago, felice di essere tornato”

È tornato ufficialmente a casa. Si tratta di Dwyane Wade, nuovo numero 3 dei Chicago Bulls. L’ex capitano dei Miami Heat si è presentato di fronte ai giornalisti locali per la prima volta, fallendo nel tentativo di nascondere l’emozione per essere tornato nei luoghi in cui è cresciuto:

Avevo nove anni quando ho visto in televisione i Bulls festeggiare il loro primo titolo ho capito in quel momento che avrei voluto diventare un giocatore Nba e indossare la maglia di Chicago, la mia città. Ci ho messo un po’ per realizzare questo sogno, ma adesso sono qui. Poter finalmente giocare per la squadra per la quale facevo il tifo da ragazzino è qualcosa di speciale.

Con l’arrivo di Wade in Illinois c’è già chi mette le mani avanti in un’ottica di leadership di squadra, contando anche la presenza di Jimmy Butler e Rajon Rondo. Tre maschi ‘alpha’ nello stesso spogliatoio possono mettere in difficoltà la squadra? Sentite come la pensa Wade:

Voglio fugare subito ogni dubbio: questa e’ la squadra di Jimmy Butler. Rondo ed io dobbiamo aiutare il gruppo a crescere e dobbiamo creare una mentalità vincente, ma la vera stella della squadra e’ Butler. Se lui durante la free agency non mi avesse chiamato, esortandomi a firmare, probabilmente non sarei qui. Non vedo l’ora di cominciare, per me questa e’ davvero la scelta del cuore.

Ancora un salto nel passato. Siamo al draft del 2003 e Dwyane Wade si aspetta di essere scelto, ovviamente, dai Chicago Bulls che lo conoscono molto bene. Il futuro però ha altri piani per lui, così come Pat Riley che lo sceglie a Miami:

Sembrava un po’ per tutti un epilogo scontato, ero convinto che sarei finito a Chicago con la settima scelta, invece gli Heat con il quinto pick mi presero, fu un vero shock.

Poi il saluto agli Heat e a Miami dove ha trascorso 13 anni clamorosi culminati da diversi titoli NBA:

Non è stato facile lasciare Miami, ho vinto tre titoli e sono maturato, diventando un uomo. Ho imparato tantissimo da gente come Shaq e dallo stesso Riley. Se ci siamo lasciati male? Assolutamente no. Non ho nessun sentimento negativo nei confronti di Pat. Chi dice il contrario non sa di che cosa parla. La direzione che ha intrapreso la franchigia è un po’ diversa rispetto al passato ma io ho scelto Chicago per coronare un mio sogno. Non certo per soldi o per ruggini con Pat Riley. Quando sei un free agent devi fare quello che ritieni più giusto per la tua carriera. Nel 2010 la scelta migliore fu rimanere a Miami insieme a LeBron James e Chris Bosh, adesso la cosa giusta per me è ripartire da casa mia, Chicago.

Welcome back, Dwyane.

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Simone Ipprio

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