OKC si prende il fattore campo: battuta San Antonio, serie sull’1-1

SAN ANTONIO SPURS

Aldridge, 8: L’All Star offensivo della squadra. Un riferimento affidabile, combattivo, funzionale. Peccato che il suo sia soltanto un “losing effort”. 41 e non sentirli.

Leonard, 6,5: fatica ad entrare in partita in attacco e soffre più di altre volte a difendere sui vari Durant e/o Westbrook. Il suo resta comunque un contributo prezioso (7 rimbalzi in una serata in cui gli Spurs hanno sofferto), ma da lui ormai ci si aspetta ben altro. Umano.

Duncan, 5: soffre tanto la copertura a rimbalzo e non riesce ad incidere come vorrebbe in attacco (un 1/8 che pesa). Sofferente.

Ginobili, 6,5: il più presente offensivamente, anche se pecca proprio nel momento decisivo del match (dopo un contatto non del tutto chiaro nei pressi del ferro). Indomabile. 

Parker, 5,5: quando accelera non ce n’è davvero per nessuno. Peccato che lo faccia troppo di rado, costringendo gli Spurs per lunghi tratti di partita a fare a meno delle sue scorribande. Intermittente. 

OKLAHOMA CITY THUNDER

Durant, 7,5: 28 punti con 19 tiri, lezioni d’attacco dal palleggio, sui cambi difensivi e in post alto. In difesa riesce (anche grazie alla mira degli Spurs) a limitare i danni. 2-3 canestri celestiali. Scorer.

Westbrook, 7,5: Let Westrobrook be Westbrook. Basta lasciarlo andare, nel bene o nel male. Stanotte, nonostante le forzature, bene. Indemoniato.

Adams, 7,5: prende qualsiasi cosa passi nei pressi del ferro, che siano assist al volo o rimbalzi d’attacco poco importa. Una presenza ingombrante per gli Spurs, vitale per i Thunder. Decisivo.

Ibaka, 6: soffre in maniera bestiale Aldridge in difesa. Ma sarebbe difficile per chiunque, anche per Superman. Big Four.

Waiters, 6: partita dannosa per 24 minuti, non ne imbrocca mezza, -15 di plus/minus. Ma, liberato in angolo dalla miglior circolazione dell’intera stagione dei Thunder, mette il canestro della vittoria. Basta e avanza quello per avere la sufficienza. Clutch.

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Stefano Salerno

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