Atlanta rischia, ma supera Boston in gara-1: Recap & Pagelle

Atlanta Hawks gestiscono bene il vantaggio per buona parte della partita, salvo farsi raggiungere nel finale. I Celtics hanno impiegato troppo tempo a entrare in partita e pagano una serata non felicissima al tiro.

BOSTON CELTICS

Jae Crowder 5,5: Fin da subito si capisce che al tiro non è serata (5/16). Non la metterebbe nemmeno nel Lago di Garda, ma ha un atteggiamento positivo, è sempre molto attivo, continua a provarci e le 2 triple (su 7 tentate) che arriveranno, avranno un certo peso nell’economia della partita e nel tentativo di recupero. Ritenta, sarai più fortunato.

Amir Johnson 5,5: Duro, roccioso, il suo apporto è più concreto del fumoso Sullinger. Partita non particolarmente brillante, ma guadagna la quasi sufficienza con i decisivi interventi nel finale, che fanno sperare la rimonta.

Jared Sullinger 3,5: Poco lucido all’inizio, e si trascina un velo di opacità per tutta la sua partita. Male le forzature. I punti sono 9 e i rimbalzi 6, ma può e deve fare di più.

Avery Bradley 7: Non eccelle, parte un po’ a rilento (come tutta la squadra), ma la sua presenza si nota. Avesse continuato a giocare, forse sarebbe arrivato anche a un 7,5, ma deve abbandonare per un infortunio (non sembra grave).

Isaiah Thomas 8: Il migliore dei suoi. Sale in cattedra troppo avanti nella partita, ma coinvolge i compagni e risolve in autonomia quando serve. 27 punti e 8 assist sono il risvolto numerico di una buona prestazione, ma che poteva essere migliore. Bravo a non cadere nelle provocazioni e a tenere la testa sulle spalle.

Evan Turner 8-: Il meno è per l’inizio a “sparacchiare”. Prova a mettere in mostra il talento, ma nel primo tempo è dura, viste le difficoltà della squadra a ingranare. Quando le cose iniziano a girare, la classe di Turner diventa la spinta in più che sorregge Boston nell’aggancio.

Kelly Olynyk 6: Gioca poco, ma preferiamo evitare il “S.V.”, per omaggiare la presenza in campo rude ed essenziale del giovane capellone.

Marcus Smart 5/6: Nonostante 15 punti estratti dal cappello, niente 6 pieno, la performance è troppo altalenante. Lampi di genio e prontezza nel finale non sono sufficienti: serve costanza e impatto fin dal primo ingresso in campo.

Jonas Jerebko 4,5: Anche lui gioca poco e fa quel che può, ma la tripla apertissima nel finale è un errore che peserà sui sogni della nottata.

R.J. Hunter S.V.

ATLANTA HAWKS

Kent Bazemore 9: L’uomo giusto al posto giusto in ogni occasione. Bazemore parte offrendo supporto di prima qualità su entrambi i lati del campo, per diventare protagonista della resistenza alla rimonta dei Celtics. Chiude con 23 punti e 8 rimbalzi. Solido? Solidissimo.

Paul Millsap 7: Ben piazzato in campo, segue il gioco offensivo e difensivo con continuità. Aggiunge qualche pizzico del suo lato oscuro da All Star quando necessario. Non spreca energie, ma se quello che abbiamo visto sarà il tono della serie, la cosa potrebbe andare per le lunghe. E conservare energie potrebbe rivelarsi molto utile.

Al Horford 9,5: Una roccia. Una certezza. Il pilastro cui ruota attorno tutta Atlanta. I 24 punti e 12 rimbalzi parlano per lui.

Kyle Korver 6: Il cecchino ha le polveri bagnate, 0/7 da tre. Segna due punti, ma raccoglie 9 rimbalzi e in difesa c’è e si sente. La sufficienza la raggiunge così.

Jeff Teague 8: Positivo fin dall’inizio, tanta iniziativa, fa muovere l’attacco (anche se a volte forza troppo). Chiude con 23 punti e 12 assist. La maturità si vede: raddrizza subito la barra della squadra, dopo che Schroeder l’aveva momentaneamente persa e rimane lucido e propositivo nel finale.

Mike Muscala S.V.

Thabo Sefolosha 6: Porta in campo la solita dose di attributi. C’è e gli avversari lo sentono.

Tim Hardaway Jr. S.V.

Mike Scott 9: I 14 punti e i 5 rimbalzi sono il meno. Vedere giudizio di Bazemore: quando è in campo, diventa un Bazemore alla seconda. Schiaccia, corre, tira e prende rimbalzi con la stessa abilità con cui stuzzica Smart. Impatto ottimo sulla partita, anche in difesa.

Kirk Hinrich S.V.: Entra in campo per 2 secondi al termine del secondo quarto. Sì, per 2 secondi.

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Alessandro Bonfante

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