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Clippers, a riposo i big coi Thunder?

I Los Angeles Clippers sono alle prese con uno degli ultimi back-to-back della regular season che ormai sta volgendo alla conclusione. Nella notte la squadra angelena ha espugnato il parquet del Target Center di Minneapolis vincendo per 99-79 contro i Minnesota Timberlwolves e ora sono attesi da un altro confronto ravvicinato contro gli Oklahoma City Thunder.

In vista della trasferta alla Chesapeake Energy Arena, coach Doc Rivers pare intenzionato a mettere in atto una mossa alla Gregg Popovich, ovvero far riposare gran parte dei suoi uomini chiave rivoluzionando il quintetto. Secondo quanto riportato da Brad Turner del Los Angeles Times, i Clippers si presenteranno a OKC senza Chris Paul, DeAndre Jordan e J.J. Redick per permettere loro di riposarsi in vista dei Playoffs imminenti.

Una scelta del genere porta sempre discussioni a riguardo, su chi è a favore – per dar modo ai giocatori più importanti della squadra di tirare il fiato dopo una stagione lunga e pesante – e su chi è contro – per non andare contro l’interesse del gioco, con una formazione che rinuncia a schierare il meglio possibile a disposizione. Rivers è un allenatore esperto e navigato, sa quello che fa: la sua è più una mossa psicologica che tecnica.

I Clippers occupano la quarta posizione nella Western Conference con 47 vinte e 27 perse, a 4 gare e mezza di distanza dal terzo posto dove viaggiano ormai tranquilli i Thunder. La quasi impossibilità nel raggiungerli con così poche partite mancanti nella schedule può essere un fattore che conta nella scelta di Rivers di panchinare o meno quasi tutto il quintetto base, contando anche che Blake Griffin sarà assente a causa della sospensione che sta scontando e che non gli consentirà di rientrare prima di domenica.

Non più tardi di domenica scorsa i Thunder si sono trovati di fronte un’altra contender dimezzata, quegli Spurs che hanno lasciato a casa nella visita a Kevin Durant & co più di metà squadra. Una situazione che potrebbe essere interpretata alla lunga in casa Oklahoma City come una mancanza di rispetto nei loro confronti, ma le logiche interne di ciascuna franchigia alla fine determinano le decisioni definitive.

 

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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