Demarcus Cousins dice che la sospensione è opera di George Karl, non dei Kings.

I Sacramento Kings sono una continua altalena di emozioni: squadra sulla carta sempre molto interessante, ma con un rendimento costantemente al di sotto delle aspettative. Questo sembra aver influenzato anche i rapporti interni alla squadra, specialmente quelli fra l’allenatore George Karl e il centro Demarcus Cousins.

I due, per la verità, non si sono mai amati, ma il loro rapporto sembra aver vissuto una serie di alti (pochi, per la verità) e bassi (molti), l’ultimo dei quali è costato una sospensione all’ex-Kentucky.
Interrogato a riguardo a seguito della partita di venerdì persa dai suoi Kings contro gli Orlando Magic, “Boogie” ha replicato: «Questa sospensione non è stata voluta dal front office, è stata voluta dal coach!». Questo almeno è ciò che riporta Marc Spears, secondo il quale Cousins avrebbe rivelato di non aver ancora parlato della cosa con George Karl.

A dispetto di ciò, i due si sono scambiati opinioni sicuramente effervescenti sulla sideline nella partita di Mercoledì contro i Cleveland Cavaliers, tanto che persino Rajon Rondo è dovuto intervenire prima che la situazione sfuggisse totalmente di mano.
L’oggetto del nervosismo di Cousins pare sia la sua ferma convinzione che il coach non tuteli a dovere i suoi giocatori. Dopo la partita di Mercoledì c’è stato un litigio anche con il GM Vlade Divac, il quale ha, a questo punto, optato per una sospensione punitiva di una partita:

«Abbiamo fatto del nostro meglio per mandare un messaggio di poca tolleranza verso certi comportamenti. [Cousins ndr] É andato un po’ oltre, dovevamo fare qualcosa per tornare sulla stessa pagina».

 

Gli attriti fra Boogie e George Karl però hanno radici ben più profonde. Pare infatti che Karl volesse già sospendere il suo numero 15 dopo qualche parola di troppo volata durante la striscia di 7 sconfitte attraversata dai Kings in apertura di stagione. In quel frangente Divac si oppose alla sospensione, ritenendo che Karl non ne avesse il potere, ora però sembra aver preso le parti del proprio allenatore per il bene comune della squadra.

La polveriera Sacramento, nel frattempo, procede con un record di 25-40, si allontana dai playoffs, e realizza che da quando ha draftato Cousins con la 5^assoluta al Draft di 5 anni fa, non ha mai vinto più di 30 partite in una stagione. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Simone Errante

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