I Cavs pensavano di licenziare David Blatt già a Natale

L’ufficialità è arrivata ieri, un fulmine a ciel sereno per tutti, o quasi. David Blatt è stato licenziato come head coach dei Cleveland Cavaliers, al suo posto l’ormai ex-assistente Tyronn Lue. Una decisione apparentemente inaspettata, ma che, a quanto pare, bolliva in pentola da qualche tempo, o quantomeno dallo scorso Natale.

Questo almeno è quanto dichiarato da Chris Haynes al Cleveland Plain Dealer:

«In questa stagione Blatt quasi non è arrivato al 2016. La massacrante sconfitta di 29 punti contro i Blazers privi di Lillard il 26 Dicembre avrebbe potuto essere la sua ultima partita sulla panchina dei Cavs. Se non fosse stato per una poco impressionante vittoria sui Phoenix Suns due giorni dopo, a Blatt avrebbero indicato la porta.»

Una delle critiche maggiori piovute addosso all ex allenatore del Maccabi è, poi, quella di non essere riuscito ad accattivarsi le “simpatie” di LeBron James, il quale pare abbia da sempre spinto, anche se silenziosamente e sotto traccia, per l’allontanamento di Blatt. In realtà però, secondo Marc Stein del New York Post, LeBron non sarebbe l’unico in squadra ad aver etichettato Blatt come indesiderato:

«Tyronn avrebbe voluto l’impiego fin dall’inizio e LeBron sarebbe stato più che favorevole. S’erano formate delle fazioni nello spogliatoio, con alcuni giocatori (J.R. Smith, Iman Shumpert e persino Kevin Love) schierati dalla parte di LeBron. Solo Irving pare supportasse David Blatt, ma si erano formati dei gruppi che, nelle ultime due settimane, hanno cercato di portarlo al licenziamento.»

Blatt ha perso lo spogliatoio di Cleveland, o meglio non l’ha mai avuto in mano fino in fondo. Un ego troppo importante, incapacità di creare empatia con i giocatori, persino inabilità tecnica nelle situazioni di gioco; a Blatt è piovuta addosso ogni tipo di critica. I fatti però parlano di un allenatore che viene licenziato a metà stagione, con un record di 30 vittorie e 11 sconfitte ed è la prima volta che accade nella storia dell’NBA.

Di queste 11 sconfitte, due in particolare hanno fatto cadere la ghigliottina sulla testa di Blatt: quella con gli Spurs e quella contro i Warriors nel Martin Luther King Day. Due sconfitte pesanti, che hanno mostrato tutti i limiti di questa squadra e quanto li separa da essere una contender con chance reali di anello.

Con David Blatt, tuttavia, se ne va anche l’ultimo alibi per questi Cavs. Ora i giocatori hanno, finalmente, l’allenatore che volevano e la finestra per vincere comincia a farsi sempre più stretta.
Il sistema che Tyronn Lue ha intenzione di portare in squadra sarà efficace? Kevin Love riuscirà ad essere finalmente coinvolto appieno nelle dinamiche della squadra? LeBron tornerà ad avere rispetto dell’uomo seduto in panchina? E in generale tutti i Cavs riusciranno ad alzare il livello del loro gioco e competere, realmente, per l’anello?

Gli interrogativi, come si può vedere, restano ancora molti e Cleveland comincia ad assumere i contorni di un pasticcio, ma questo, forse, già da tempo e al di là di David Blatt e del suo licenziamento.

 

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Simone Errante

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