L’importanza di chiamarsi Stephen Curry

Il 14 Febbraio del 1895 al St. James’ Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “The importance of being Earnest”, commedia in tre atti scritta da Oscar Wilde. Ora, il capolavoro di Wilde non ha nulla a che vedere né con il basket, né tantomeno con Wardell Stephen Curry from Akron, Ohio, ma noi di NBAReligion abbiamo deciso di scrivere un pezzo “facendo nostro” il titolo della commedia di Wilde e “riadattandolo” al MVP in carica.

Ieri sera è infatti andato in scena l’ennesimo Atto della tragicommedia (a seconda da che parte la vedete: commedia se siete tifosi dei Warriors; tragedia se fate il tifo per i malcapitati di turno che dovranno sfidare Curry e compagni) “L’importanza di chiamarsi Stephen Curry”: 40 punti segnati, dei quali ben 28 (si esatto, proprio ventotto, non c’è nessun refuso) nel terzo quarto (10/11 dal campo e un paio di triple tirate dal parcheggio della Time Warner Cable Arena di Charlotte); 3 rimbalzi, 5 assist e un surreale 14/18 dal campo.

La shot chart di Stephen Curry nel terzo quarto. Credits to: NBA.COM/StatsLa shot chart di Stephen Curry nel terzo quarto. Credits to: NBA.COM/Stats

La shot chart di Stephen Curry nel terzo quarto.
Credits to: NBA.COM/Stats

Prendendo spunto dall’enorme database statistico di ESPN, abbiamo individuato 10 motivi per i quali Steph Curry sta dominando la lega in questo momento, realizzando record su record e trascinando i suoi partita per partita.

1. La capacità di segnare di Steph Curry è imbarazzante: il numero 30 dei Warriors è l’unico, insieme ad Allen Iverson edizione 2005/06, ad aver fatto registrare una media di almeno 32 punti a partita nelle prime 20 partite della regular season.

2. La facilità con la quale Curry infila triple a ripetizioni è clamorosa: con le 8 triple messe a segno ieri sera, Steph è il più veloce giocatore della storia a raggiungere 100 triple in stagione -distrutto il record di Ray Allen e Ryan Anderson (31 partite).

Immagine creata da Bob Schwartz

3. Quando Curry decide di dominare un quarto di gioco e piazzare l’allungo decisivo, beh signori, state certi che lo farà: per la quinta volta in stagione, l’MVP in carica ha segnato almeno 20 punti in un solo quarto (ben 28 nel terzo periodo ieri sera con il 91% dal campo).

4. La cosa che stupisce maggiormente di Curry è l’efficienza offensiva: in questo inizio di stagione, Steph sta tirando con il 65% di effective field goal (viene data maggiore rilevanza ai tiri da tre punti rispetto a quelli da due). Qualora riuscisse a terminare la stagione con queste medie, sarebbe il record assoluto per un giocatore con almeno 30 punti di media a partita (il record è al momento detenuto da Wilt Chamberlain il quale, nel 1966/67, chiuse la stagione con un EFG del 68%, ma con “soli” 24 punti di media a partita).

5. Non siete ancora convinti dell’efficienza offensiva di Steph? Allora vi diamo un ulteriore dato: il suo 34.4 di player efficiency rating, se mantenuto fino al termine della stagione, sarebbe il più alto di sempre, superando il 31.8 di Wilt Chamberlain edizione 1962/63.

6. A Curry bastano pochi tiri per fare tanti punti: i 18 tiri dal campo di ieri sera rappresentano un record per quanto riguarda le partite con almeno 40 punti segnati in carriera dal numero 30 di Golden State.

7. Curry può letteralmente giocare 1 contro 5. Nella partita di ieri sera gli ultimi 24 punti realizzati dai Warriors nel terzo quarto portano tutti la sua firma: negli ultimi 7:15 minuti del terzo periodo, Steph ha segnano 7 punti in più di tutti i giocatori in maglia Hornets (24-17). Curry è il primo giocatore a realizzare 24 punti consecutivi dal 2010, quando LeBron James ne segnò 24 contro i New York Knicks.

8. Curry è letteralmente un fattore in trasferta: il figlio di Dell ha segnato almeno 40 punti in 5 trasferte su 10 affrontate dai Warriors in queste prima parte di stagione; pareggiato il record di Allen Iverson del 2005/06.

9. Non appena Curry supera la linea di metà campo, va subito marcato: in queste prime 20 partite, Curry ha realizzato ben 5 tiri tirando da una distanza di almeno 9,15 metri (30 piedi). Nessun altro giocatore ha segnato più di un tiro da tale distanza.

10. Stanchi di parlare della fase offensiva? Bene, spostiamoci all’altro lato del campo: con 2.4 palle recuperate a partita, Curry si piazza al secondo posto di questa particolare classifica; meglio di lui ha fatto solo Kyle Lowry con 2.6 rubate a partita.

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Pubblicato da
Federico Saltalamacchia

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