La scorsa stagione
Dopo aver sorpreso e contraddetto la stragrande maggioranza dei critici durante la stagione NBA 2013-14, i Phoenix Suns si erano rituffati con grande ambizioni e speranze all’interno della nuova annata. Con i tanti giovani promettenti, il ritrovato entusiasmo e dei Playoffs svaniti per un soffio, sembrava molto realistico ambire ad entrare tra le 8 elette ad Ovest. La realtà dei fatti, purtroppo, è stata un’altra. All’inizio di Febbraio i Suns avevano un bilancio molto positivo ma, da lì in poi, è tutto andato verso Sud. Negli ultimi due mesi e spicci di stagione, infatti, sono arrivate solo 11 misere vittorie, per un insoddisfacente bilancio finale di 39-43. Nel mezzo, inoltre, le chiacchieratissime cessioni di Isaiah Thomas e, soprattutto, Goran Dragic, che non le ha certo mandate a dire al proprio (ex) management.
In Estate
La bella stagione ha portato rovesci temporaleschi sull’Arizona, all’interno di un’estate parecchio movimentata. Phoenix, infatti, è stata la vera e sola rivale di San Antonio nella caccia a LaMarcus Aldridge, andando, stando alle varie dichiarazioni, veramente vicina alla firma del numero 12 ex-Portland. Trovatisi col classico cerino in mano, i Suns non hanno voluto fare retromarcia per quanto concerneva l’affare Tyson Chandler, firmato in uscita da Dallas e che, nelle intenzioni originali, doveva costituire con LMA una frontline di assoluto livello. Scelto con la tredicesima chiamata al Draft la guardia Devin Booker, il front office ha poi confermato Brandon Knight, a cui è stata proposta con successo un’estensione quinquennale dal valore di oltre 70 milioni di dollari. Assieme ad alcune firme di nomi di seconda fascia (Teletovic, il rientrante Weems, Price e Leuer), ha fatto molto discutere la trade con i Detroit Pistons. Oltre all’artista precedentemente conosciuto con il nome di Danny Granger ed il journeyman Reggie Bullock, in Michigan è andato Marcus Morris, in cambio solamente di una seconda scelta al Draft del 2020. La mossa della dirigenza di Phoenix ha fatto inalberare l’altro Morris, Markieff, che non ha preso con distacco ed aplomb inglese la partenza del gemello, chiedendo a gran voce la cessione, prima di ritrattare il tutto in occasione del Media Day. Non proprio una bella notizia per un gruppo che non sembra più compatto e coeso come fino ad un anno fa.
Il Coach
Annata assolutamente fondamentale per coach Jeff Hornacek. Alla terza stagione da capoallenatore, sempre in Arizona, dopo una vita da giocatore di livello, inizia la regular season 2015-16 senza che gli sia stato rinnovato il contratto in scadenza. Non è di certo una situazione facile, a maggior ragione se, dopo il brillante debutto, il secondo anno da head coach sia stato tribolato per diversi motivi, sia di carattere tecnico che tattico. Non aveva particolarmente convinto la scelta di giocare con tre point guards di rilievo a ruotare tra loro e dividersi minuti e, soprattutto, tiri. Col passare del tempo, inoltre, è sembrato aver perso autorità all’interno dello spogliatoio, bersagliato dai vari Dragic e Morris. Con quest’ultimi, poi, anche l’operazione “ti prendi un tecnico e te ne stai in panchina” non ha riscosso particolari dividendi, costringendo poi Hornacek ad un’insidiosa retromarcia. Occhio perché se la situazione dovesse prendere una brutta piega, potrebbe anche non finire l’anno sulla panchina che lo ha lanciato tra i pro.
Giocatore chiave in attacco
A tenere le redini dei Phoenix Suns, soprattutto nella metàcampo offensiva, ci penserà quella palla di cannone che risponde al nome di Eric Bledsoe. Lo scorso anno ha fatto registrare numeri davvero rimarchevoli, senza però riuscire ad avere, forse, lo stesso impatto della stagione precedente, dove peraltro aveva dovuto saltare quasi la metà delle partite. Con meno concorrenza nel settore guardie, ed in un sistema che ne può esaltare le grandi doti fisiche ed atletiche, può e deve essere il faro della squadra in attacco, capace di dare una scossa vincente di imprevedibilità.
Giocatore chiave in difesa
L’addetto alle missioni speciali della difesa dei Suns ha un nome e cognome: PJ Tucker. Il prodotto di Texas, che ha giocato per diversi anni anche in Europa, è il mastino di Phoenix, chiamato a prendersi cura dell’esterno avversario più pericoloso. Fondamentali difensivi, cattiveria e tenacia lo rendono un elemento imprescindibile nello scacchiere dei Suns e, su singola serata quantomeno, uno dei migliori difensori in circolazione.
Possibile rivelazione
Con tanti giovani pronti e desiderosi a mettersi in mostra, ci potrebbe essere l’imbarazzo della scelta per una plausibile rivelazione in casa Phoenix. Tra i tanti scegliamo TJ Warren, al suo secondo anno nella Lega. Si tratta, a conti fatti, di una delle pochissime ali piccole di ruolo all’interno del roster e che ha dimostrato, soprattutto nell’ultimo mese, di poter mettere punti a referto. A meno di cambiamenti improvvisi non sembra essere affidabile dalla lunga distanza, però, se dovesse esplodere il caso Markieff ed eventuali altri stravolgimenti di roster, potrebbe trovarsi con diversi ed importanti minuti.
Miglior Comprimario
Un giocatore come Mirza Teletovic può diventare un “instant offense” da produzione immediata di punti in quel di Phoenix. Con le sue caratteristiche si potrebbe rivelare arma letale e vincente, in un contesto decisamente più frizzante e dinamico di Brooklyn, sua tappa NBA precedente. Ha subito un infortunio particolarmente grave lo scorso anno e deve quindi dimostrare di non averne risentito; se tutto fila liscio come l’olio, potrebbe essere un fattore rilevante dalla panca.
Miglior Innesto
L’anno scorso i Suns concedevano al ferro il 59% agli avversari, un dato non certo lungimirante e che richiedeva un qual certo miglioramento. In tal senso, l’arrivo di Tyson Chandler potrebbe fornire a Phoenix un fattore nei pressi del proprio canestro, in grado di saper dare la giusta dose di stoppate ed aiuti per cercare di rendere la vita difficile agli attaccanti altrui. Tuttavia, nonostante il suo curriculum difensivo di tutto rispetto, la firma dell’ex Mavericks non può costituire la panacea di tutti i mali: anche se sotto il ferro hai uno stoppatore di primissimo livello, se la fase difensiva non dovesse iniziare già dal perimetro allora l’equazione potrebbe lasciare un’incognita irrisolta.
Punti di forza
La beata gioventù, la freschezza di certi elementi, la capacità di mettere punti a referto e poter avere certi mismatch favorevoli da sfruttare senza pietà. Phoenix vuole anche riscattarsi dall’ultima annata opaca e tornare, a 6 anni di distanza, ai Playoffs, stupendo tutti all’interno della Western Conference.
Punti di debolezza
Il sistema difensivo sarà ancora più scrutinato, sia per l’arrivo di Chandler che per le parole dello stesso coach, abbastanza chiaro in tal senso. L’Ovest resta la classica polveriera e, probabilmente, per i Suns ci sarebbe bisogno di un suicidio di qualche diretta concorrente alla lotta all’ottavo posto. Inoltre, cosa ben più importante, lo spogliatoio non sembra solidissimo, con la testa calda di Markieff che potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Miglior scenario
Morris mette la testa a posto, Bledsoe e Knight forniscono punti a profusione e Chandler riesce a metterci una pezza nel pitturato. Spinta anche dalle gambe fresche dei propri giovani, il gioco frizzante ed elettrizzante dei Suns ritorna ai fasti di un tempo, permettendo alla squadra di qualificarsi ai Playoffs.
Peggior scenario
Markieff non riesce a placare la propria ira funesta e le proprie labbra vengono spedite ad indirizzo nuovo. I giovani, ahi-loro, restano tali ed abbisognano di un ulteriore anno di apprendistato e Chandler non riesce a fare la differenza nella propria metà campo. A pagare per tutti è il coach, esonerato già a Gennaio e con i Playoffs che resteranno il solito miraggio.
Previsioni
La stagione dei Phoenix Suns sembra davvero scorrere sul filo del rasoio. Certi equilibri, che paiono precari, non devono rompersi, affinché si possa remare tutti verso un obbiettivo che però sembra molto difficile. Sarebbe intrigante vedere la franchigia dell’Arizona di nuovo in postseason, dalla quale manca da un periodo troppo lungo. Allo stesso tempo, però, la qualificazione ai Playoffs 2016 pare improbabile, vuoi per la forza degli avversari diretti che per i vari equivoci da sistemare in casa Suns. Ad emanare l’ultimo verdetto però, come sempre, sarà il campo.
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