Brett Brown stufo del “cantiere aperto” Sixers

Brett Brown, coach dei Philadelphia 76ers, sin qui ha accettato senza polemiche buona parte delle decisioni prese dal general manager Sam Hinkie. Il front-office dei Sixers, guidato dal vulcanico Hinkie, è noto per le scelte estreme e talvolta impopolari e per la perenne rebuilding mode cui ha costretto la squadra da qualche anno a questa parte.Brown, dopo un’estate di nuovo caratterizzata da decisioni non semplici da metabolizzare (la scelta di Jahlil Okafor – ennesimo centro che va a unirsi a Nerlens Noel e all’infortunato Joel Embiid – al draft, su tutte), ha deciso di uscire allo scoperto, in vista di una regular season che si preannuncia ancora una volta complicata per i Sixers. Il coach ha affermato (a CSN PHILLY):

“Non voglio allenare in un cantiere aperto, non mi interessa. Credo che la squadra abbia bisogno di trovare un’identità: nella prossima stagione girerò meno i giocatori, cercherò rotazioni più stabili. Quando guardo al nostro roster e mi viene da pensare che ci sono tanti giocatori che hanno ottime chances di rimanere qua a lungo.”
Nelle sue prime due stagioni da head coach Brown ha ruotato, per scelte più dirigenziali che sue, ben 48 giocatori complessivi; gli unici due rimasti a roster dal 2013 sono Tony Wroten e Hollis Thompson. La volatilità del roster è andata di pari passo con gli scarsi risultati ottenuti: solo 37 le partite vinte in due anni.
Brown ha comunque dimostrato di credere nel futuro, anche a breve termine, dei suoi Sixers:
“Abbiamo aggiunto giocatori come Nik Stauskas e Jahlil Okafor a giovani che hanno fatto bene come Hollis Thompson e Robert Covington; qualcosa inizia a crescere, a svilupparsi. Non è solo un fatto di talento, il progetto cresce anche a livello tattico: adesso abbiamo i tiratori perimetrali per aprire il campo e per dare una mano ai nostri lunghi.”

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Pubblicato da
Elia Pasini

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