Categorie: L.A. Lakers

Jim Buss parla del futuro di Kobe Bryant e dei Lakers…con un occhio a KD

Nella giornata di giovedì 27 Agosto Jim Buss (co-proprietario dei Lakers) ha incontrato i giornalisti del Los Angeles Times per parlare della stagione che si sta avvicinando, delle scelte al draft, della ricostruzione dei Lakers e anche della stella della squadra, prossima al ritiro, che porta il nome di Kobe Bryant.

“La prossima stagione sarà l’ultima di Kobe, e la affronteremo per quello che è, anche se non significa che lo sia veramente. Non gli dirò “è il capolinea caro Kobe, è finita’, perchè non è una mia decisione, è una sua decisione. Le possibilità di rivederlo con noi anche la prossima stagione? Se dovessero esserci le opportunità gli spiegheremmo quale vorremmo che fosse il suo ruolo e, se sarà d’accordo anche lui, per me non ci saranno problemi. 

Bryant, con un anno contrattuale rimasto, sarà il giocatore più pagato della NBA nella prossima stagione con i suoi 25 milioni di dollari. Buss, nel 2013, gli propose un rinnovo contrattuale biennale da 48.5 milioni di dollari complessivi, ancor prima di testare il suo ritorno dall’ormai celebre infortunio al tendine di Achille, che lo costrinse ai box per ben 7 mesi.

Rinnovo considerato maledetto dalla maggioranza degli addetti ai lavori, perchè dalla firma in poi Kobe ha saputo calcare il campo solo in 41 occasioni a causa di ulteriori infortuni e problemi fisici. Maledizione che si è trasformata in tempesta di critiche per Jim Buss, considerato uno dei peggiori gestori della franchigia quando si allargano i confini della famiglia.

“Kobe ha fatto così tanto per i Lakers e per i suoi tifosi, merita quei soldi. Non capisco perchè tutti continuino a criticare la scelta che ho fatto per lui (il rinnovo citato precedentemente). Giudicate anche quello che lui ha fatto per noi e poi pensateci…Cosa è più importante? Per me, ciò che ha fatto lui per noi vale il rinnovo.”

La ricostruzione della franchigia gialloviola passa anche dai giovani draftati negli ultimi due anni, soprattutto Julius Randle (settima scelta nel 2014) e D’Angelo Russell (seconda scelta tre mesi fa), che dovranno dare una scossa in termini di risultati, evitando lo sciagurato record 21-61 della scorsa stagione, il peggiore della gloriosa squadra californiana.

“Io sono un tipo molto competitivo, e la scorsa stagione mi ha fatto un male terribile” ha continuato Buss. “Provo a guardare il futuro mentre sto guardando nel presente. Penso che fino ad adesso abbiamo fatto un ottimo lavoro. Randle è una bestia, si è allenato con alcuni ex giocatori nba, è molto forte. Jordan Clarkson migliora di giorno in giorno. Mentre per D’Angelo Russell abbiamo grandi aspettative. Normalmente al draft cerchiamo di prendere i lunghi, ma Russell ci ha impressionati fino al punto di non poterlo lasciare alle altre squadre. Sono veramente entusiasta di averlo con noi. La difficoltà di firmare nomi importanti in free-agency? Ci vuole tempo per costruire un gruppo di giocatori che possano attirare grandi nomi. Capisco quelle superstar che non vogliono venire dicendo “Oh, abbiamo ancora due o tre anno di ricostruzione davanti”. Penso che con Jordan Clarkson, Russell, Randle e anche Hibbert (arrivato proprio durante l’off-season) ci stiamo avvicinando ad avere quel gruppo di sei, sette-otto giocatori che possano rappresentare delle importanti fondamenta.”

La NBA è un business dove girano molti soldi, e come ogni business sportivo di livello mondiale le televisioni hanno un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo dell’intero assieme, soprattutto in termini monetari. Con l’attivarsi dei nuovi contratti televisivi (e la disponibilità di un salary cap più ampio) le prossime off-season saranno fondamentali per provare ad attrarre giocatori importanti, come Kevin Durant. Sempre con Byron Scott in panchina.

“Avremo spazio per firmare uno o due giocatori importanti. Questa è la chiave. Abbiamo mantenuto la nostra flessibilità. Il nostro coach invece ha i Lakers nel sangue. Mike D’Antoni e Mike Brown non erano da Lakers. Amavano la franchigia e hanno provato a fare il meglio possibile e penso che siano comunque due ottimi allenatori. Anche mio padre (Jerry Buss) e Mitch Kupchak erano d’accordo con questi cambiamenti. Ed ora siamo sulla strada giusta, sembra che la nave si sia raddrizzata. Abbiamo l’allenatore giusto, abbiamo i giocatori giusti. La prossima stagione sarà considerata di successo se avremo otto giocatori che dimostreranno di poter essere le fondamenta dei Lakers dei prossimi cinque anni. Non importerà il numero di partite vinte o se faremo (o meno) i playoffs. Importa avere quel tipo di giocatori, loro sono il nostro futuro.”

 

 

 

 

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Pubblicato da
Michele Ipprio

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