Ricky Rubio: “Trascinerò i T-Wolves ai Playoffs”

Kevin Garnett è il giocatore più carismatico dei Minnesota Timberwolves. Andre Miller è quello più anziano. Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns sono, invece, i giocatori migliori e più talentuosi della franchigia. Ma, in qualsiasi squadra, la leadership ricade naturalmente sulla point guard titolare e sul giocatore più pagato. Ricky Rubio, che ricopre entrambi i titoli, sta abbracciando questo ruolo.

Lo spagnolo ha rilasciato un’interessante intervista telefonica a Ben Golliver di Sport Illustrated riguardo alla prossima stagione dei suoi T-Wolves:

Siamo consapevoli di essere una squadra composta da tanti giovani e di essere in una fase di ricostruzione. Allo stesso tempo, però, credo fermamente che possiamo vincere un buon numero di partite il prossimo anno. E’ vero che la scorsa stagione abbiamo vinto solo 16 gare di regular season, ma ci sentivamo come se fossimo una squadra perdente sotto ogni punto di vista. Anche gli infortuni hanno condizionato la nostra annata. Personalmente ho il dovere di trascinare il nostro team fino ai playoffs. So che è una grande sfida, ma credo che abbiamo le risorse e le armi giuste per centrare questo obiettivo. So pure che i Timberwolves si trovano nella Western Conference, davvero competitiva e ricca di insidie, ma abbiamo grandi possibilità di farcela. Ho grandi aspettative per la prossima stagione.

Il pensiero di Rubio ha sicuramente una sua legittimità di fondo, considerando il talento diffuso in ogni ruolo, dalla posizione del playmaker fino a quella del centro. Nonostante ciò, vedere i Minnesota T-Wolves giocare nella prossima postseason rappresenta più un fantasioso miraggio che una concreta possibilità.

Quali sono i fattori che remano contro le ambizioni di Ricky Rubio? Sono sostanzialmente tre: gioventù (poca esperienza di playoffs e poca mentalità vincente all’interno del roster), presenza di troppi giocatori d’area (servirebbero più tiratori da 3 punti per aprire le aree avversarie) e, soprattutto, l’elevata difficoltà della Western Conference, obiettivamente davvero proibitiva al livello attuale per una squadra del genere.

Realisticamente la squadra di coach Flip Saunders vincerà poche partite nell’immediato, ma la maggior parte dei suoi giocatori ha ampi margini di miglioramento. Nel giro di pochi anni, però, anche grazie a lungimiranti movimenti di mercato, la franchigia di Minneapolis diventerà una mina vagante ed un osso duro per tutte le altre 29 squadre NBA.

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Leonardo Donati

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