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Draft Lottery, le reazioni: Cleveland al settimo cielo

Lotteria. Gli hanno dato questo nome per la presenza di una variabile impazzita, cieca, imprevedibile. La fortuna dell’urna di Times Square ha premiato i meno quotati, a dispetto di ogni logica previsione. La prima scelta assoluta al Draft in programma il prossimo 26 Giugno al Barclays Center toccherà ai Cleveland Cavaliers. Baciati dalla dea per la terza volta in quattro anni, dopo la scommessa Kyrie Irving (2011) e il flop Anthony Bennett (2013). Il General Manager David Griffin ha commentato così, con stupore, l’esito del sorteggio:

“Ho provato grandi emozioni, è stato incredibile. Chi sceglieremo? Adesso è presto per dirlo. Non abbiamo in testa un piano preciso. Circolano nomi di grande spessore, i talenti fioccano e sbilanciarsi ora sarebbe inopportuno. Faremo delle valutazioni e agiremo di conseguenza. La scelta potrebbe anche essere impopolare, ma i risultati non si ottengono con i consensi. L’unica certezza è che vogliamo migliorare parecchio e velocemente. Questo colpo di fortuna non influenzerà in alcun modo la scelta del futuro coach. So che può essere un’attrattiva in più per i vari candidati, ma le nostre strategie prescinderanno dalla numero uno.”

Si “accontenta” della seconda scelta Milwaukee. Arrivata alla serata in punta di piedi, la 18enne Mallory Edens ha catturato l’attenzione dei presenti in sala. Bella presenza, ma sopratutto ottimo talismano per chi è attaccato alla scaramanzia. Suo papà Wesley, fresco co-proprietario della franchigia, ha esternato la sua soddisfazione ai microfoni della stampa:

“Aver ottenuto la numero due ci riempie di orgoglio. Sarà lo step ideale per avvicinarci ad una crescita graduale e costante. Vogliamo costruire una squadra migliore, fatta di giovani e di qualità. Adesso inizia il lavoro duro. Sinceramente, scegliere per secondi o terzi sposta relativamente gli equilibri. La rosa dei prospetti è ampia e piena di petali lucenti. Essere qui ed iniziare una nuova era è meraviglioso. Il sogno sta diventando realtà e per la mia famiglia si tratta di una sensazione speciale. Con Knight e Antetokounmpo possiamo contare già su una base solida, ma aggiungere un altro tassello al mosaico contribuirà ad allargare i nostri orizzonti.”

E Phila? La regina delle deluse è il ritratto dello sconforto. L’espressione attonita di Julius Erving, leggenda vicina all’infarto al momento dell’annuncio, la dice lunga sui castelli costruiti dai Sixers in sede di planning. Eccole le parole di Doctor J, brevi ma eloquenti:

“Crescere è una missione che dobbiamo portare avanti tutti insieme. Coach, staff, giocatori e dirigenza. Pensare di aggrapparsi a un nome, per quanto esaltante, è sbagliato e controproducente. Gli obiettivi? Ad essere franco, non penso che Philadelphia abbia bisogno di un centro. Puntiamo piuttosto ad un’ala grande, e magari ad una guardia da selezionare alla numero dieci.”

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