Categorie: Primo Piano

Washington-Indy, semi-finale: mezzi verdetti o sentenze intere?

Vi ricordate quell’alfabeto dalla A alla W? Pappa di qualche articolo fa. Dopo aver passato in rassegna il calore di Washington, i giochi di prestigio degli Wizards, la carica di Wittman e il talento di Wall, adesso è il momento di Win. Vincere per continuare a sognare, per aprire un orizzonte che potrebbe varcare i confini della Conference. A proposito: West. Sponda Pacers pensano a David, il leader carismatico, l’esperienza fatta persona che con i suoi muscoli potrebbe arginare l’onda magnetica del Verizon. Ma West è anche Ovest, il tanto osannato occidente dove la battaglia è più aspra. Già, perchè sulla costa orientale ci si sente figli di un dio minore. E invece, fino a prova contraria, quelli con l’anello hanno ancora residenza in Florida.

Vogel ha fatto quadrato. Niente critiche, niente panico. Gli attacchi di “quei chiacchieroni là fuori” devono scivolare addosso ad uno spogliatoio aggrappato alle proprie certezze. L’altalena sta continuando ad oscillare, ma i proiettili dei media rimbalzano e tornano indietro. Rimbalzi che risolvono problemi, rimbalzi che ne creano. La frontcourt di Indy ha lavorato poco e male sotto le plance. In particolare Hibbert ha sofferto l’onnipotenza di “the Polish Hammer”, ritrovandosi sommerso da quel velo di polvere che lo ha coperto per due mesi abbondanti. Altro assente all’appello è stato Lance Stephenson. “Born Ready” è l’ingrediente essenziale per insaporire la stagione dei Pacers, è il lievito senza il quale il dolce sarebbe costretto a sgonfiarsi. La sua energia deve servire da germe, per contaminare i compagni e diffondere la rabbia agonistica da sfogare sul parquet.

Nessuna crisi ciclica per i maghi. I paladini della Casa Bianca agiscono in simbiosi, remando tutti nella stessa direzione sia nella buona che nella cattiva sorte. Martedì i decibel hanno sfondato il muro del suono, con Gortat e Wall tenori di un coro melodico e intonato come mai in questa annata. Impennare il ritmo resta il dogma per un’impresa che altrimenti risulterebbe difficile da realizzare. Wittman è riuscito a raccogliere i frutti della maggiore pressione sui portatori di palla di Indiana, intasando le linee di passaggio per non concedere canestri facili. L’unico modo per liquidare il nemico giallo-blu è staccarlo, allontanarlo di forza, scavare il solco senza aspettare i secondi finali per scrivere l’epilogo. Un consiglio che vale anche per i Pacers. Meglio non rimandare a domani ciò che potrebbe essere fatto oggi. Anche perchè rischiare Gara 7, contro una squadra specialista nei colpacci in trasferta, sarebbe un filino masochista.

Share
Pubblicato da

Recent Posts

Jayson Tatum nominato Chief of Basketball Operations della Duke University

Jayson Tatum, stella dei Boston Celtics e simbolo della nuova generazione NBA, è stato nominato…

fa 2 mesi

Assente nella preseason NBA, LeBron James spera di essere pronto per la ripresa

Non è prevista la partecipazione di LeBron James alla pre-stagione, ma il suo obiettivo è…

fa 2 mesi

Quali sono le differenze tra sponsorizzazioni NBA e quelle in Italia

Le sponsorizzazioni sportive rappresentano un pilastro del business sia in NBA sia nei campionati italiani,…

fa 2 mesi

NBA, la trovata pubblicitaria di LeBron James non ha mai preoccupato i Lakers

Mentre LeBron James mandava in visibilio il web annunciando la sua misteriosa "Seconda Decisione", i…

fa 2 mesi

NBA, il rientro è lontano per Kyrie Irving: “Non chiedetemi la data”

Il rientro di Kyrie Irving è ancora lontano: il campione invita alla cautela e dichiara…

fa 2 mesi

L’NBA sbarca su Prime Video: nuova era per il basket in Italia

Alessandro Mamoli, Mario Castelli, Matteo Gandini, Tommaso Marino e Andrea Trinchieri entrano a far parte…

fa 2 mesi