Indiana umiliata, Washington si conquista Gara 6

Punto e a capo. Indiana beve la pozione e torna ad indossare, per una notte, i panni di Mr. Hyde. Un racconto, quello di Gara 5,  che di fantastico ha ben poco per coach Vogel, deluso dall’improvvisa retromarcia dei suoi a un passo dal traguardo. I timori della vigilia si sono formalizzati tutti, scanditi da una frequenza ravvicinata e preoccupante: le difficoltà in attacco, il buio totale di Hibbert, la stanchezza fisica. Note dolenti che non offuscano l’imbarazzante incapacità di competere a rimbalzo. Fare tagliafuori non è un optional quando le braccia sotto i tabelloni sono quelle di Gortat e Ariza. 62-23 è il bilancio finale in favore di Washington. Un allarme che deve rimbombare nelle orecchie dei Pacers per evitare di essere risucchiati nel vortice del pericolo.

L’inizio pimpante di “Big Roy” getta fumo negli occhi di una Bankers vestita a festa. I ganci tracciano le parabole desiderate e Indy resta a contatto nonostante qualche titubanza di troppo. L’ingordigia dei Wizards però è la chiave di volta del match: a fronte di una carovana di turnovers, Wall e soci rimediano fiondandosi in transizione e accumulando fieno in cascina. I campioni della Eastern Conference faticano a trovare il bandolo della matassa, vanno in panico nello sciogliere la densità di Washington all’interno del perimetro e si staccano subendo il primo significativo parziale. Ci prova Watson a ricucire lo strappo con un paio di giocate da libro cuore, ma l’impresa non è così elementare. Si va all’intervallo sul +7 per i ragazzi di Wittman.

Galvanizzati dal vantaggio, i maghi della capitale spiccano il volo. Wall sembra un mollusco, sguscia tra le maglie difensive di Indiana come un invertebrato e cura i suoi interessi fregandosene della ferocia avversaria. La fuga ha inevitabilmente l’accento polacco: il barbuto Marcin impressiona, sbalordisce, lascia senza fiato. Chiuderà con 31 punti, 16 rimbalzi e un leggendario 13 su 15 al tiro. Non c’è trippa per gatti. A fine terzo quarto gli ospiti hanno già staccato il biglietto per Gara 6. Gli ultimi minuti sanno di garbage time, contornati dalla cornice desolante di un’amichevole estiva. Posti vuoti, gente spazientita, amaro in bocca. Ci sono quarantotto ore per drizzare le antenne e riattaccare la spina. Con i Wizards non si scherza: per spezzare l’incantesimo sarebbe meglio tornare Dr. Jekyll.