Con la vittoria di ieri sera davanti al pubblico del Barclays Center di New York si chiude un gennaio da incorniciare per gli Oklahoma City Thunder che nel primo mese del 2014 hanno subito solo 5 sconfitte nelle 18 partite giocate, l’ultima a Memphis ad opera dei Grizzlies per 90 a 87 il 15 gennaio. Da allora 10 partite e 10 vittorie, tra cui spiccano quelle ottenute contro i Miami Heat , i Trail Blazers e gli Spurs. Non è una coincidenza che il prolifico mese di gennaio per la ex squadra di Seattle sia coinciso con le 12 partite consecutive in cui KD35 ha viaggiato con un media superiore ai 30 punti a partita (ottenuti tra l’altro con un’ottima percentuale al tiro); striscia a cui noi di nbareligion.com abbiamo dato più volte risalto che è iniziata a Salt Lake City il 7 gennaio scorso (48 punti) e si è interrotta ieri sera proprio in occasione della partita (stra)vinta con i Brooklyn Nets, squadra in piena ripresa con 7 vittorie nelle ultime 10 partite che nulla ha potuto contro Durant e compagni e che non è riuscita a replicare la bella (e inaspettata) vittoria ottenuta il 2 gennaio scorso alla Chesapeake Arena per 95-93. Né sono testimonianza i primi due quarti di gioco chiusi rispettivamente 30-16 e 33-19 per un totale di 63-35 all’intervallo. In questa ottica non stupiscono affatto i “soli” 30 minuti e i 26 punti ottenuti dal numero 35 che, messo il risultato in cassaforte, è stato fatto accomodare in panchina da Scott Brooks praticamente per tutto l’ultimo quarto. Pure non stupiscono le dichiarazioni nel post partita dello stesso Durant che non è apparso affatto preoccupato per il mancato raggiungimento di quota 30 per la tredicesima partita ma concentrato solamente sulle vittorie di squadra, così come non stupisce l’abbraccio tra l’ex presidente Bill Clinton, presente in tribuna, e Derek Fisher, due che di leadership se ne intendono.
Giacomo Bertone
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