L’ultima volta che gli Spurs hanno fatto una seduta completa di allenamento? Nemmeno Popovich se lo ricorda. Il calendario di novembre e dicembre è stato un calvario, al punto che San Antonio ha scelto di massimizzare il riposo.
Rimangono otto giorni al termine di questi due mesi di fuoco, persino il match natalizio rappresenta la seconda metà di una serie di back-to-back. Dopo la gara contro i Rockets al AT&T center, gli Spurs voleranno a Dallas.
Sessanta giorni così fitti di gare e trasferte che Popovich, incalzato dai giornalisti a ricordare a quando risale l’ultima seduta, ha risposto, aggrottando le sopracciglia e grattandosi la testa: “non ricordo”.
Plausibile dimenticare l’ultimo allenamento che si è tenuto il 19 novembre, a più di un mese di distanza. La più grande sfida per Popovich sarà riuscire a mantenere la routine che solo uno shootaround può consolidare, dopo una lunga striscia di partite senza allenamenti, potrebbe venire meno la consistenza del gesto meccanico, del timing nella circolazione di palla e di certi accorgimenti difensivi che si mettono a punto in palestra. Effetti collaterali che, a fronte del bilancio più che positivo di 22-6, gli Spurs non sembrano accusare.
“C’è sempre un margine di peggioramento dal punto di vista dell’esecuzione”,sostiene Popovich:” bisogna solamente giocare le partite, non abbiamo la possibilità di rileggerle, lavorare sulla memoria muscolare o andare sul campo di allenamento”
