Paul Pierce inizierà la nuova stagione NBA con una canotta completamente diversa da quelle indossate negli anni precedenti; a Boston il vuoto lasciato da PP34 e KG5 sarà duro da colmare e la ricostruzione per la franchigia del Massachussets si baserà su di una fondamenta molto solida: Rajon Rondo. Il playmaker, secondo le ultime news, potrebbe già saltare il primo mese di regular season 2013/2014 a causa dell’infortunio patito ad inizio gennaio, ma secondo lo stesso ex “Captain and the truth”, Boston fa molto bene ad affidare il proprio futuro ad un giocatore come lui:
“Senza alcun dubbio, Rondo è la persona giusta per Boston. Ho già parlato con lui, è un ragazzo maturo. Le persone parlano dei rapporti difficili che ha avuto con Doc Rivers, ma negli ultimi due anni probabilmente sono stati i migliori per la loro relazione, quindi non penso che ci siano state ragioni simili che hanno causato il trasferimento di Doc a Los Angeles. Ho sentito che alcuni hanno indicato questa motivazione, ma non era assolutamente una motivazione per la non conferma di Rivers. Rondo è uno dei migliori giocatori della lega, è un uomo-franchigia, dopotutto ha già vinto l’anello ed è stato All-Star. Ci sono un sacco di altre franchigie che non si avvicinano nemmeno ad avere un giocatore di questo calibro. Come già detto sono assolutamente convinto che sia maturato e che possa gestire qualsiasi tipo di situazione, ho parlato con lui e mi ha detto che è pronto per questa nuova sfida, sa che ora si tratta della SUA squadra e che dovrà essere un leader. Ha avuto modo di vedere come ci comportavamo io e Kevin Garnett, quindi sa come fare. Ovvio che non dovrà essere da solo ad accollarsi tutte le responsabilità della squadra, anzi deve cercare di trovare qualcun altro che possa essere una guida, come Brandon Bass o qualche altro giocatore un po’ più anziano.”
Paul Pierce non ha parlato solo di Rondo, ma ha anche risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano come sta vivendo questa sua nuova avventura a Brooklyn; un cambiamento radicale dopo 15 anni a Boston:
“E’ dura, non lo nascondo, ora come ora mi trovo nel mezzo delle decisioni su cosa tenere e cosa buttare via delle robe che ho accumulato in questi ultimi 10-15 anni a Boston. Ci sono un sacco di cose, e durante l’ultima settimana mi sono praticamente occupato solo di questo, ma dopotutto la vita cambia e lo stesso stile di vita sarà diverso dato che mi trasferisco in una città come New York. Tutto sta cambiando, cambierà anche la mia routine quotidiana. Le squadre interessate a me oltre a Brooklyn? A me interessava solamente essere scambiato a 2-3 team, e Brooklyn era una di queste, è ciò che mi permetterà di esprimermi al massimo anche negli ultimi anni della mia carriera NBA dato che ho la possibilità di vincere l’anello e di giocare per una grande città e un grande mercato, sotto questo ultimo punto di vista posso dire che è la prima volta che provo questa situazione. Per immedesimarmi e per ambientarmi a New York ho cominciato a girare per la città per incontrare la gente e per fargli capire che voglio essere uno di loro. A Brooklyn mi amano per il semplice fatto che odio i Knicks, e sanno quanto li odio. E’ emozionante, là fuori stanno già parlando della grande rivalità che esiste tra le due squadre, anche a Boston c’era questo tipo di amore incondizionato per lo sport. Vivono di questo.”