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Phil Jackson si sbottona: “Michael Jordan leader superiore a Kobe”

 

 

Se c’è qualcuno che può mettere a confronto Michael Jordan e Kobe Bryant, quello è Phil Jackson. Coach Zen ha allenato per lungo tempo entrambi i giocatori, ma si è sempre rifiutato  durante la sua carriera di allenatore, di paragonare i due campioni con cui ha vinto la bellezza di undici titoli NBA.

Affronta per la prima volta l’argomento nel suo ultimo libro, Eleven Rings e  il vincitore emerge chiaramente:

« Michael Jordan  era più carismatico e socievole di Kobe” racconta Phil Jackson. ” Adorava allenarsi con i compagni di squadra o giocare a carte con gli agenti di sicurezza, fumare un sigaro in compagnia per rilassarsi. Kobe è diverso, ha un altro carattere. Da adolescente era timido, sicuramente per il fatto che fosse più giovane degli altri giocatori e non avesse avuto il tempo di socializzare come gli altri all’università. Tuttavia, crescendo si è aperto. Si è impegnato a conoscere meglio i suoi compagni, specialmente durante i viaggi.”

Un leader migliore fuori e dentro il campo,  secondo Phil Jackson, Jordan è stato anche un difensore più forte rispetto al numero 24.

“Senza esitazioni, Micheal era un difensore più solido e intimidatorio. Non si faceva mai prendere alla sprovvista da un blocco e poteva marcare chiunque con la sua intensità e precisione.  Kobe ha imparato molto sulla difesa osservando proprio i movimenti di Michael e l’abbiamo spesso usato come arma segreta quando c’era bisogno di aggredire la partita. In generale, si affidava molto alla sua flessibilità e destrezza negli spazi brevi.”

Offensivamente? Anche in questo caso Phil Jackson dà la precedenza a His Airness, spiegando la profonda differenza nelle inclinazioni al tiro:

“Michael scartava i suoi avversarsi grazie alla sua forza e potenza, mentre Koke ha fatto della finezza e dell’ eleganza il suo marchio di fabbrica in attacco. Il vantaggio di Michael era di possedere un fisico più robusto e  di avere mani molto grandi che gli permettevano di avere un controllo di palla perfetto, anche per fintare ed eludere gli avversari.”

Le accuse di violenza sessuale rivolte a Kobe Bryant nel 2004 , spiega Coach Zen, avevano spezzato qualcosa nel loro rapporto. La figlia di Jackson fu vittima di violenze sessuali e il coach a causa della triste associazione, non riuscì tanto facilmente a digerire la faccenda. Anche se il caso fu abbandonato l’anno successivo.  Una delle ragioni per cui  smise di allenare i Lakers per un anno e racconta che ritrovò una vera complicità con il Black Mamba solo nell’anno del titolo del 2009.

“Una delle differenze principali tra Michael e Kobe, dal mio punto di vista, è che Micheal era un leader superiore. Nonostante potesse essere molto duro con i compagni, sapeva come controllare le emozioni della squadra e stabilizzare le cose solo con la sua sola presenza. Kobe deve ancora lavorare per potere dire la stessa cosa. E’ molto forte, ma non detiene ancora quella vera leadership che scorre nelle sue vene, tipica di Michael”.

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Pietro Caddeo

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