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I Bulls la mettono sulla difesa e ottengono la vittoria in gara-3

I Chicago Bulls vincono gara-3 con il punteggio di 79-76 e si portano sul 2-1 nella serie contro i Brooklyn Nets. Gara caratterizzata da una grande prestazione difensiva della compagine di coach Tom Thibodeau, e da ritmi che si abbassano notevolmente dopo il primo parziale di Brooklyn, che vogliosa di rifarsi dopo la sconfitta patita in gara-2, comincia subito mettendo l’acceleratore e registrando un parziale di 17-5.

I Bulls, infatti , non perdono la loro “buona” (mi si perdoni il sarcasmo) abitudine di iniziare lentamente, soprattutto quando giocano in casa, e costringono coach Thibodeau a bruciare già due timeout quando il tabellone del punteggio reca 13-2. I Nets infatti segnano 5 dei loro primi 8 tiri e forzano ben 5 turnovers dei Bulls già nei primi 5 minuti, segnando ben 8 punti dalle palle perse degli avversari. E anche dopo il timeout, la situazione non sembra cambiare, dato che i tori non escono benissimo e Brooklyn, come detto, si porta sul 17-5, con 8 punti su 17 segnati da Deron Williams, che nel primo spezzone di gara dirige magistralmente l’attacco dei Nets, con transizioni molto veloci per alzare il ritmo e ottenere punti facili dagli errori avversari e mettere in ritmo i suoi compagni, tra i quali quello che ne giova di più è il solito Brook Lopez, giocatore di importanza capitale nel sistema offensivo dei Nets. È sul parziale sopracitato che l’attacco dei Nets si incanta e, da 6:25 del primo quarto a 3:38 del secondo, sbaglia 25 su 26 tentativi dal campo, con l’unica realizzazione su un layup di Andray Blatche ad inizio secondo quarto; la coriacea difesa dei Bulls, aiutata dall’imbarazzante inconsistenza offensiva dei Nets (che tra airballs, lay-up comodi e tiri forzati, sbagliano in ogni modo sia possibile farlo) consente ai tori di costruire tra primo e secondo quarto un parziale di 28-4, arrivando a estendere il proprio vantaggio, prima del ritorno dei Nets sul pianeta Terra, di 10 punti sul 33-23. Da segnalare in questo intermezzo la splendida schiacciata di Taj Gibson a 8:18 del secondo quarto, che “posterizza” Kris Humphries.

La tattica dei Bulls è sempre la stessa: raddoppiano (o all’occorrenza triplicano) Deron Williams portandolo all’errore, o consentono tiri aperti solo a Gerald Wallace e Reggie Evans (che, diciamocelo, non hanno nel tiro il loro miglior fondamentale). Wallace addirittura viene lasciato intenzionalmente solo dai Bulls quando l’attacco dei Nets lo spinge sul perimetro; Thibodeau, infatti, ben conscio che l’attacco dei Nets si fonda su 3 giocatori (Williams, Johnson, Lopez) cui si aggiunge Evans, comunque pericoloso nel gioco interno, viste le sua capacità di rimbalzista che riescono parecchie volte a fruttare alla causa qualche importante rimbalzo offensivo, si disinteressa dell’unico giocatore che non viene mai intenzionalmente cercato dai Nets come terminale offensivo, e mantiene il dominio del pitturato, dove i Nets sono asfissiati dalla presenza dei tori che non concedono neanche un centimetro quando Brooklyn prova a spingersi vicino a canestro. Così facendo Wallace, costretto dall’attacco a ruotare sul perimetro, diventa un terminale offensivo su scarico di scarsissima efficacia, privo del pezzo forte del suo repertorio, che è appunto il gioco interno.

I ricambi in quintetto dei Nets, e lo spostamento di Williams a guardia tiratrice, facendo giocare C.J. Watson da PG, non portano i risultati sperati, il gioco perimetrale di Brooklyn ristagna, e dentro la propria area i Bulls dominano, riuscendo comunque a costruire un discreto gioco offensivo, fondato comunque sulla ricerca di Boozer nella miglior posizione possibile per due comodi punti. Questo è il copione fino a 3 minuti dalla fine del secondo quarto, quando Joe Johnson riesce a togliere le castagne dal fuoco ai suoi, segnando i primi due punti dal campo dopo un quarto d’ora di gioco. I Nets sembrano leggermente svegliarsi e diminuiscono lo svantaggio chiudendo la seconda frazione sotto di 7 punti con la tripla allo scadere (4ª realizzazione di squadra su 18 tentativi totali nel secondo quarto) di Gerald Wallace, sul risultato di 41-34 in favore di Chicago.

Nel terzo periodo i Bulls si limitano ad amministrare e cercano di estendere il vantaggio, tenendo il gioco su ritmi bassi e riuscendo a estendere il proprio vantaggio di 6 punti, con un parziale totale per di 24-18, con i Nets che cercano di disperatamente di tenere botta per acciuffare una partita che sentono di potere ancora vincere. Infatti nel quarto periodo le retine si rifanno sotto, riuscendo a far registrare un parziale di 10-1, grazie al quintetto formato dai soliti Williams, Johnson e Lopez cui si aggiungono Marshon Brooks e Andray Blatche; la partita viene rimessa in discussione, ma la difesa dei Bulls tiene bene il campo, a dispetto di una produzione offensiva scarsa, che frutterà in tutto in 4º periodo solo 14 punti a fronte dei 24 dei Nets. Difendendo bene, ma non riuscendo ad allungare, i Bulls si ritrovano a dover vincere la partita nei secondi finali, quando dopo il lay-up di Deron Williams, il fallo intenzionale di Brook Lopez porta Joakim Noah in lunetta. Noah fa 1/2 ai liberi, realizzando il suo primo punto a 4.4 secondi dalla fine, dopo aver fallito in 27 minuti totali di impiego tutti i suoi 7 tentativi dal campo. L’ultimo tentativo dei Nets per “forzare” l’overtime porta la firma di C.J. Watson, che fallisce la tripla dall’angolo sull’assist di Marshon Brooks.

Nel complesso si è assistito a una partita dominata dalla difesa e fortemente indirizzata dal lungo periodo a cavallo del primo e secondo quarto nel quale i Nets non hanno trovato il fondo della retina in 25 occasioni su 26, soprattutto grazie alla notoria efficacia difensiva di Chicago.

Vanno registrate per i Bulls le ottime prestazioni di Luol Deng e Carlos Boozer, che fanno registrare rispettivamente 21 punti (con 9/23 dal campo) e 10 rimbalzi il primo e 22 punti e 16 rimbalzi il secondo, e diventano i primi 2 compagni di squadra dei Bulls a fare registrare   insieme in una partita di playoff una gara da 20-10 da quando Michael Jordan e Scottie Pippen ci riuscirono nelle finali della Eastern Conference del 1993.

Per i Nets invece sugli scudi il trio Williams-Johnson-Lopez: Deron Williams, dopo un inizio  di partita molto aggressivo, porta a casa 18 punti con 5/14 dal campo e solo 4 assist; Joe Johnson, alle prese con la fascite plantare al piede sinistro, chiude con 15 punti con 6/14; mentre la migliore prestazione per le retine è quella di Brook Lopez, che sta giocando un’ottima serie, e chiude gara-3 con 22 punti (8/16), 9 rimbalzi e 7 stoppate (su 11 totali  di squadra ai danni dei Bulls).

I Bulls vincono la lotta a rimbalzo, portando alla propria causa 48 carambole contro le 42 avversarie e chiudono la partita con una percentuale dal campo del 39,7% che, seppur non altissima, è sicuramente maggiore di quella dei Nets, 34,6%, i quali hanno flirtato con il record per la più bassa percentuale dal campo fatto registrare da un avversario allo United Center, fatto registrare dagli Utah Jazz durante le Finals del 1998 (30% in gara-3 conclusasi 96-54 per MJ e compagni).

Dopo questa partita Chicago prende il controllo del serie: ma certamente i Nets non vogliono demordere, e sono pronti a rendere la vita difficile agli uomini di coach Thibodeau nella prossima gara che, per gli appassionati che volessero seguirla, sarà sabato 27 alle 20.00, ora italiana.

Cosa ci riserverà gara-4?I Brooklyn riporteranno la serie in equilibrio o Chicago la indirizzerà verso i titoli di coda? Stay tuned for seeing next episode!

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