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Risultati NBA: Lillard non si ferma più, sono 10 consecutive per Portland. Bene anche Houston, Milwaukee ed Oklahoma

Quattro partite sono andate in scena nella notte NBA e noi, come sempre, ve le raccontiamo

(21-47) Sacramento Kings   101-106   Oklahoma City Thunder (40-29)

Vittoria più sudata del previsto in quel di Oklahoma per Westbrook e compagni, che hanno dovuto fare i conti con dei Sacramento Kings molto garibaldini fino agli ultimi secondi di partita.

Se la sono dovuta giocare davvero i BIG3 di OKC, che nonostante un discreto primo tempo chiuso in vantaggio di 6 lunghezze hanno poi riaperto la partita in favore degli avversari nel terzo quarto di gioco. I Kings infatti si sono addirittura portati al comando del match grazie ad un parziale di 39-32 messo in piedi al rientro dagli spogliatoi, costringendo così i padroni di casa a chiedere il massimo alle proprie star nell’ultima frazione di gioco.

https://twitter.com/okcthunder/status/973355507376410625

Risultato? Parziale di 10-0 a 2 minuti dal termine, tripla doppia per RW (17p/10r/11a) e terza vittoria di fila per OKC, attualmente al quarto posto della Western Conference, che alla fine è riuscita a vincerla soprattutto grazie all’efficacia del tiro da 3pt (16-36, 44%) dei propri tiratori. Oltre al numero 0, spiccano le prestazioni di Paul George (21p/6r/5a) e di un Carmelo Anthony finalmente preciso al tiro (21p, 5-7 dall’arco), con un Corey Brewer da 16p che si sta dimostrando pedina fondamentale sia in attacco che in difesa.

I Kings d’altro canto c’hanno provato davvero, dimostrando il valore dei propri giovani talenti e facendo ben sperare per un futuro che però ad oggi sembra ancora piuttosto lontano. In ogni caso, nonostante la seconda sconfitta consecutiva e l’automatica impossibilità di raggiungere la post-season, tra i californiani è degno menzionare un’ottima prestazione di Bogdan Bogdanovic (19p/8r), del solito Garrett Temple (15p/7r) e di un De’Aaron Fox in versione playmaker (11p/10a).

 

(37-30) San Antonio Spurs   93-109   Houston Rockets (53-14)

A Houston, Texas, è andato in scena nella notte il derby tra Rockets e Spurs, vinto agevolmente dai padroni di casa che si confermano una volta di più come la miglior squadra (record alla mano) dell’intera lega.

Certo, per i ragazzi di coach Popovich la mancanza di Aldridge (leggero problema al ginocchio dx), Ginobili (riposo precauzionale) e ovviamente di Leonard non ha aiutato, ma la sensazione è che contro questa Houston avrebbero avuto in ogni caso ben poche possibilità. La squadra di D’Antoni infatti è subito partita col piede giusto, toccando già all’intervallo il +11 (54-43) grazie al solito James Harden e ad un ottimo Trevor Ariza.

Al ritorno dagli spogliatoi poi i Rockets non si sono fermati, piegando definitivamente gli Speroni grazie ad un parziale di 34-24 nel solo terzo quarto di gioco. Leader assoluto del massimo vantaggio è stata ancora una volta la Barba, che ha poi consegnato (nell’ultimo quarto di gioco) la squadra all’amico CP3 sul +21. Per Paul e compagni è stato quindi facile mantenere il vantaggio accumulato fino al termine del match, garantendosi così la vittoria stagionale numero 53 e due partite di vantaggio sui Golden State Warriors. Top scorer di serata James Harden (28p/6r/6a in 28 minuti) e Chris Paul (18p/9a in 22 minuti), accompagnati dalle solide prestazioni di Ariza (15p) e Gerald Green (13p dalla panchina).

In casa Spurs invece, l’unica cosa che sembra abbia davvero funzionato è stata la difesa sul tiro da 3pt di Houston (13-44, solo il 29.5%), rimanendo però di conseguenza molto scoperti in area (la mancanza di Aldridge non ha aiutato), concedendo agli avversari la bellezza di 46 punti nel pitturato e soprattutto di 50 rimbalzi totali contro i 36 di squadra. Offensivamente poi, coach Pop ha ottenuto pochissimo dal proprio quintetto base (unico in doppia cifra Rudy Gay con 13 punti), altro fattore determinante per la sconfitta nonostante un’ottima panchina da 60 punti complessivi. Alla terza L di fila, l’ottava nelle ultime 10 partite giocate, San Antonio è ora scivolata al decimo posto della Western Conference e rischia per la prima volta dall’era Popovich di saltare la post-season. Ora più che mai, they need Kawhi!

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