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Rookie Ladder – Episodio 5

Un aggiornamento sui vostri giovani preferiti

11 – Bam Adebayo ( ↑ 3 )

Febbraio è stato il mese migliore nella giovane carriera di Edrice Femi Adebayo, detto Bam. Coach Spoelstra si è rivolto a lui vistol il pessimo momento di squadra e lui ha risposto con tre doppie-doppie in uscita dalla panchina, comprese svariate partite con 4, 5, 6 assist. 9 punti e 7 rimbalzi di media col 70% ai liberi: non male per un centro di riserva al primo anno, atipico perché undersized e con enorme apertura alare. Quando Adebayo e Whiteside sono in serata, sotto i tabelloni è davvero complicata per chiunque. La convivenza tra i due è comunque difficile: finora hanno condiviso il campo solo per 52 minuti in stagione e Miami ha tirato col 23% dall’arco in tale periodo. C’è tempo Bam, diventerai una star.

12 – Jarrett Allen ( ↑ 3 )

Altro balzo in avanti perché ha strappato l’anima dalle ossa di Lauri Markkanen e ne ha seppellito il corpo ancora tremolante:

THE ‘FRO-SHOW!

13 – De’Aaron Fox  ( ↓ 4 )

Come Dennis Smith Jr., un giocatore per diversi aspetti paragonabile al play dei Kings, Fox sta trovando il proprio ruolo nel mondo attraverso la luce verde concessagli da coach Joerger. In ogni partita di febbraio ha tirato almeno 9 volte dal campo, spesso risultando inefficiente, per la gioia di Vlade Divac.

 Offensive Rtg Kings (febbr.)  Off Rtg Fox (febbr.)  Defensive Rtg Kings (febbr.)  Def Rtg Fox (febbr.)
 104,6  96  113  119

Due cose si evincono dalla tabella: a) I Kings sono inguardabili e b) De’Aaron Fox li peggiora. Normale per un rookie, a maggior ragione se ti trovi nel peggior contesto di tutta la NBA. Un calo di ben 4 posizioni è forse fin troppo drastico considerando che a febbraio ha tirato come in nessun altro mese e contenuto significativamente le palle perse.

14 – Josh Jackson ( ↓ 1 )

Joshua O’Neal Jackson, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, ha inanellato 4 ventelli consecutivi. Febbraio è di gran lunga il suo miglior mese, chiuso a quasi 18 punti e 7 rimbalzi di media.

Entrato nella lega come specialista difensivo, è interessante notare come l’attacco dei Suns migliori quando lui è in campo, mentre la difesa peggiora. Tira male (sia dall’arco che dalla lunetta), ma sta imparando a districarsi in aree NBA con astute soluzioni al ferro. Un atletismo sopra la media gli consente un primo passo bruciante e scorribande al ferro. Migliorato anche come creatore di gioco secondario.

(Senza alcun ritegno, i Suns ha concesso ad un rookie che non troverete in questa classifica, Shaquille Harrison, 24 minuti. In una sola partita. I Suns sono fatti così).

15 – Milos Teodosic ( ↑ 1 )

Una sequenza significativa: Teodosic prima serve Austin Rivers in semi-transizione con un passaggio di 10 metri. Quest’ultimo buca una colpevole difesa di Eric Gordon, ri-scarica per Milos sul perimetro. L’ex CSKA non tira, ma – avendo notato Harrell libero dalla marcatura di Tucker, precedentemente accorso in aiuto a Gordon – serve un proiettile al lungo, che schiaccia. Teodosic non è solo assist spettacolari, è tanti piccoli passaggi che fanno la differenza.

Fancy stuff from Doc: DeAndre in punta, Lou-Will che blocca per Milos, tripla di Milos. I Clippers giocano quasi 2 possessi in meno per 48 minuti senza Milos: il suo rientro è stato fondamentale per dare quella marcia in più agli angeleni, tuttora attaccati al treno Playoff. Dalla trade-Griffin, i Clippers hanno il 3° Pace della lega.

Un assist dalla SERBIAN BATTLE: lui & Bobi vs The Joker.

16 – Josh Hart ( ↑ 3 )

Alcune buone notizie: il prodotto di Villanova ha trovato (paradosso per un rookie) grande continuità a febbraio. 32 minuti a partita, 7 rimbalzi e 2 assist. Un’Usage bassissima (chi si caga Josh Hart quando c’è Lonzo?) gli ha consentito il 66% reale dal campo (compreso un irreale 49% dall’arco). La battuta su Lonzo terzo miglior rookie dei Lakers è ben divertente, per giunta.

Alcune brutte notizie: si è rotto la mano sinistra, si è operato e forse abbiamo già visto l’ultimo minuto della stagione da rookie di Josh Hart.

17 – Dillon Brooks ( ↓ 5 )

I Grizzlies hanno chiuso febbraio 0-10, fornendo sera dopo sera uno spettacolo così atroce che Pau si è rammaricato della palude nella quale si trova rinchiuso il fratello. Il povero Dillon gioca sì una mezz’ora a sera (a febbraio è stato il giocatore più utilizzato da coach Bickerstaff) ma in compagnia di Andrew Harrison e Wayne Selden, quando gli va bene. In una squadra falcidiata dagli infortuni (oltre a Parsons – un mistero – e Conley, di recente si è fermato pure Tyreke Evans) Brooks potrebbe essere uno dei pochissimi giocatori che rivedremo coi Grizzlies anche tra un paio di stagioni.

Se Memphis vi ha demoralizzato abbastanza o siete fan di quella Oregon, qua c’è un video di Tyler Dorsey che intervista Dillon Brooks e si scopre che gli piacerebbe volare. Qualcuno lo chiama ‘La versione ciccione e canadese di Tyus Jones’: è un soprannome poco simpatico.

18 – Frank Ntilikina ( = )

New York è pessima da quando di è rotto Porzee (neanche prima era da Playoff) e a febbraio ha vinto una sola partita. Nello stesso mese, Ntilikina ha toccato vette notevoli: pareggiato il career-high (13 punti), sfiorato con una prova da 12 e ha fatto tutto nonostante Emmanuel Mudiay. I due, probabilmente la coppia di giovani guardie più disfunzionale di tutta la NBA se messe assieme (Mudiay se messo ovunque, a dire il vero), hanno condiviso il campo per 96 minuti: 101 di Offensive Rating, dato pressoché identico a quello dei Knicks tout-court da quando Mudiay è arrivato da Denver. New York avrà tempo per valutare le due guardie: saranno loro il futuro nella Grande Mela?

19 – Luke Kennard ( ↓ 2 )

La notizia cattiva: non diventerà mai (?) quel JJ Redick che i Pistons speravano di aver pescato quando dissero a Mitchell no grazie Donovan scegliamo lui. Le rotazioni dei Pistons sono talmente corte che James Ennis gioca mezzora. DNP – Coach’s decision in questo contesto è particolarmente dura.

Quella buona: avrà una migliore carriera di Kennard Winchester, guardia tiratrice vista fugacemente nei primi Anni Novanta, che ha chiuso la carriera NBA con 417 punti, 131 rimbalzi e 47 assist in tre stagioni tra New York e Houston.

20 – Tyrone Wallace ( = )

Un uomo si è distinto dalla massa informe (I Rookie dei Clippers™) che hanno aiutato coach Rivers a tenere la squadra a galla nei momenti bui della stagione e ora stanno facendo sognare. Quello è Tyrone Wallace. Dopo aver giocato 4 anni sotto coach Montgomery a California, la pick #60 al Draft 2016 sta facendo così bene che ci si chiede se Lonzo Ball sia la miglior guardia a Los Angeles o meno. Guardia mancina di quasi 2 metri con enorme wingspan, tiro dall’arco quasi nullo e a volte non gioca, a volte gioca mezz’ora e segna a nastro. Pare – con una decisione alquanto strana per la propria carriera – che abbia declinato un rinnovo coi Clippers, che l’hanno mandato a quel paese firmando Sean Kilpatrick. Speriamo il treno passi di nuovo, Tyrone.

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