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Thunder, team meeting dopo la quarta sconfitta consecutiva

OKC deve ancora trovare un’identità, soprattutto in attacco

L’inizio dell’avventura dei nuovi Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook, Carmelo Anthony e Paul George non è stato quello auspicato. Il wannabe superteam della Western Conference ha un record di 4 vittorie e 7 sconfitte, le ultime 4 consecutive. Dopo l’ultimo tracollo, arrivato la scorsa notte contro i diretti rivali per un posto ai playoff Denver Nuggets, i Thunder hanno tenuto un team meeting per discutere di quanto di negativo si è visto in queste prime uscite stagionali.

NO THUNDER

Anthony si è espresso così dopo l’incontro con compagni e staff:

Meglio parlarne. Meglio affrontare i problemi. Le cose vanno esaminate alla luce del sole, in modo che tutti possano rendersi conto di quel che non va. 

Westbrook ha aggiunto:

Non penso sia questo il nostro punto di arrivo, credo che possiamo e dobbiamo aspirare a un basket molto migliore.

I Thunder hanno tutte le attenuanti del caso: i 4/7 della rotazione cardine di coach Donovan sono composti da nuovi giocatori: non solo Melo e Paul George, ma anche Patrick Patterson – che sta facendo malissimo – e Raymond Felton – discreto inizio di stagione il suo – sono sbarcati a Oklahoma City quest’estate. La squadra si conosce poco e non ha avuto modo di oliare i meccanismi difensivi e, soprattutto, offensivi.

Al momento non è ancora chiaro chi sia l’alpha dog, con Westbrook intenzionato a far valere a tutti i costi il proprio status di imperatore di OKC e Anthony che pare avere qualche problema ad accettare il ruolo di secondo (terzo?) violino. Nella partita contro i Nuggets, l’ultimo – fallimentare – quarto di Oklahoma City si è risolto in una sparatoria alternata Russ-Melo, isolamento dopo isolamento; con Paul George – solo un tiro nella quarta frazione per lui – e il resto della banda ridotti a stare in disparte a osservare.

Il fatto che coach Donovan e i giocatori abbiano deciso di parlare della situazione è un buon segno. Ma, al solito, alle parole devono seguire i fatti.

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