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Cleveland Cavaliers

Cleveland Cavaliers Preview: Tentare l’impossibile

Una difesa da reinventare, uno spogliatoio in subbuglio, più di un elemento ormai fuori dal suo prime. In questa situazione esplosiva coach Lue dovrà condurre una squadra con potenzialità da titolo almeno alle Finals e provare a riportare il titolo sulla costa Est. Un gioco da ragazzi vero?

Punti forti e Punti deboli

Partendo dai punti deboli i Cavs, nello spot di point guard, hanno sostituito un difensore intermittente con un difensore impresentabile. È abbastanza ovvio che le fortune in Ohio passino dalla fase difensiva di una squadra che ha un potenziale di fuoco inferiore ai soli Warriors ma che non riesce a trovare un assetto in grado di garantirgli una protezione del canestro stabile e continuativa.

Per quanto l’applicazione di Irving fosse sotto la media a livello atletico rappresentava un bel problema per i pariruolo (quando voleva quindi poche volte). Con Thomas il problema è insolubile perché nascondere uno che non si avvicina al metro e ottanta è praticamente impossibile. Coach Lue dovrà inventarsi un sistema nel quale le due guardie non subiscano troppo gli strappi dei vari Wall, Schroeder, Irving (eh sì), Lowry, DeRozan, Dragic. Impresa tutt’altro che facile dal momento che le alternative all’ex Boston rispondono al nome di Rose e Calderon, non proprio rinomati per le loro qualità difensive, e gli unici due che potranno dare un contributo significativo in termini di minutaggio saranno J.R. Smith e Shumpert ovvero due dei giocatori più discontinui della lega.

Presumibile dunque che in quelle partite in cui servirà qualcosa di più in difesa (e quindi soprattutto ai playoff) sarà Crowder ad occupare lo spot di 2, lui sì una grande aggiunta per questo roster. Sotto la sapiente mano di Brad Stevens Crowder è diventato uno dei più efficienti giocatori di sistema di tutta l’NBA, perché è un ottimo difensore, piuttosto veloce di piedi e in grado di cambiare su tutti, e quando si va di là tira da 3 con il 39%. Mica male. Inoltre la Motion Offense dei Celtics lo ha spinto a migliorarsi anche sul trattamento di palla e l’ultima stagione ha confezionato 2,2 assist di media a fronte di una sola palla persa a partita.

Cleveland

Ottima difesa su Harden, gestione del contropiede benino poi partenza dal palleggio che lascia lì il Barba non proprio reattivo sulle gambe…

L’utilizzo di Crowder può tornare molto utile anche in concomitanza con Wade, spostando Lebron da 4 e Love da cinque. In questo modo i giocatori in grado di creare dal palleggio per se e per i compagni diventerebbero tre (LJ, Wade e IT) in un quintetto che dovrà necessariamente ripetere lo spartito degli ultimi due anni: attacchiamo, scarichiamo e preghiamo, in caso di serataccia per i tiratori palla a James e più o meno fa lui.

Di buono c’è che adesso il roster è molto più lungo, le combinazioni a disposizione di Lue sono molteplici e in un quintetto con James-Crowder-Shumpert rischia di avere anche un buon core difensivo da opporre avversario di turno. Rimane il fatto che quel ventiduesimo posto nella classifica dell’efficienza difensiva pesa tantissimo e già entrare tra le prime quindici in questa classifica sembra impresa ardua. Coach Lue dovrà schierare una squadra camaleontica in grado di alzare il ritmo contro la maggior parte delle franchigie (il 98 di PACE dello scorso anno è un dato piuttosto fiacco) e trovare soluzioni differenti contro le corazzate dell’ovest magari rispolverando un usato sicuro come Tristan Thompson, un fattore nelle Finals 2016.

https://twitter.com/RealTristan13/status/912796826507649024

Oltre alle alchimie in campo bisognerà inoltre concentrarsi su ciò che succede fuori, dal momento che le premesse sono tutt’altro che esaltanti. Lo stesso Kevin Love ha dichiarato che la sua partenza in quintetto da 5 e non da 4 gli è stata comunicata non da Lue bensì da Lebron, a testimonianza di un vuoto comunicativo parecchio esteso. Inoltre non sarà di facile gestione nemmeno la vicenda Isaiah Thomas; il ragazzo ha parlato riguardo il suo rapporto con Boston a più riprese dicendo che fosse stato per lui non se ne sarebbe mai andato e che per Danny Ainge non prova sentimenti concilianti. Adesso il rischio di ritrovarsi in squadra un playmaker svuotato, deluso e arrabbiato con il mondo è parecchio alto anche perché difficilmente vedrà il campo prima del 2018 causa infortunio e quindi rientrerà in una squadra che avrà già trovato un suo assetto credibile. Le possibilità di ripetere la stagione irreale dello scorso anno si assottigliano sempre di più.

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