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Curiosità

I 30 dilemmi della Free Agency 2017

Con la regular season al termine ed una free agency che si preannuncia più che scoppiettante ogni squadra si ritrova a fare i conti con i propri giocatori in scadenza. Rinnovare o lasciar andare? Scopriamo insieme i dilemmi e rischi estivi delle trenta franchigie NBA.

10. Golden State Warriors – Shaun Livingston

Credits to Ezra Shaw/Getty Images

Credits to Ezra Shaw/Getty Images

L’arrivo di Durant nella baia non ha portato solo benefici alla franchigia di Oakland. Per il prossimo anno il contratto di KD prevede una player option che difficilmente verrà esercitata dall’ex Thunder, avendo l’occasione di firmare un max contract. Molto dipenderà, ovviamente, dal responso dei playoffs e dalla conquista o meno del tanto agognato anello. Certo è che se Durant deciderà di strappare un massimo salariale ai Warriors, a farne le spese saranno sicuramente Shaun Livingston e Andre Iguodala, poiché non vi sarebbe il cap space necessario per rifirmarli entrambi. Se Durant decidesse invece di optare un massimo salariale senza però sfruttare l’ulteriore incremento permesso dai bird rights, Golden State potrebbe impiegare i suoi full bird rights proprio su Iguodala e Livingston, trattenendoli in California. Il primo non avrebbe alcun problema (anche se fosse pagato meno degli attuali 16.7 milioni) considerata l’età e gli ingenti guadagni in carriera, oltre che un ruolo di tutto rispetto nelle rotazioni. Più fatica farebbe Livingston, deciso ad aumentare i suoi incassi in carriera (è fermo ad una quarantina di milioni) e voglioso di un’esperienza non limitante come quella di playmaker dalla panchina, dietro un certo Steph Curry.

PER SAPERNE DI PIU’: Durant giura fedeltà a Golden State

11. Houston Rockets – Nenè

Photo by Tom Pennington/Getty Images

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Il cestista brasiliano è stato una piacevolissima conferma in questa stagione (se di conferma si può parlare alla veneranda età di 34 anni), con numeri incredibili sui 36 minuti (assimilabili a quelli di Antetokounmpo) ma qualche lacuna di troppo sul piano difensivo in relazione allo shot contest e ai punti permessi agli avversari. Benché Houston non abbia particolari problemi nel ricavare spazio salariale per un’eventuale riconferma, in Texas si potrebbe decidere di liberare cap per arrivi di maggiore spessore (una star?). Insomma, Nenè potrebbe non essere così indispensabile se potesse presentarsi l’opportunità di dare a James Harden un degno compagno di scorribande che aiuti i Rockets a compiere il definitivo salto di qualità.

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12. Indiana Pacers – C.J. Miles

Credits: the source.com

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Nella NBA moderna (ma pure in quella meno moderna) se sai difendere bene e scappa fuori che sai anche tirare più che discretamente dall’arco puoi star sicuro di fare gola a mezza lega. Lo sa C.J. Miles, uno per cui in estate le franchigie potrebbero essere pronte a sganciare i cosiddetti big money, al fine di assicurarsene i talenti. Insieme a Kyle Lowry, C.J. McCollum, J.J. Redick e Klay Thompson è l’unico ad aver tirato dall’arco con una percentuale superiore al 41% quest’anno, malgrado la rivedibile stagione degli Indiana Pacers. C.J. ha una player option da 4.7 milioni di dollari che poco si addice a ciò che sta mostrando: inutile dire che l’ala di Dallas, pur avendo scavalcato la soglia dei trent’anni, avrà grande mercato e poco aiutano in questo senso le scarse indicazioni di Indiana in merito, sospesa tra la mediocrità e possibilità di rebuild (malgrado sia arrivato un triennale per il magico ritorno di Lance Stephenson). In ogni caso i Pacers, malgrado tutto, avranno la possibilità di giocarsi un turno ai playoffs contro i feroci Cavs.

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