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Miami Heat

Wade spiega cosa lo ha spinto a lasciare Miami

Nel bel mezzo della sua prima stagione in NBA con una maglia diversa da quella dei Miami Heat, Dwyane Wade ha spiegato quali fattori lo abbiano spinto a trasferirsi a Miami e ha parlato del suo rapporto con Pat Riley, presidente della ex squadra

Dwyane Wade è sicuramente stato uno dei giocatori più grandi ad aver indossato la maglia dei Miami Heat e resterà sempre nel cuore dei suoi ex tifosi. Dopo tredici anni, però, l’estate scorsa il 35enne ha lasciato di stucco tutti trasferendosi a Chicago e salutando quella che ormai era diventata la sua città.

Wade ha raccontato a Adrian Wojnarowki, del “Vertical Podcast with Woj”, che ciò che lo ha davvero spinto a partire è stato non tanto l’idea di giocare nella sua città natale, cioè Chicago, quanto il modo in cui il presidente degli Heat Pat Riley ha gestito le trattative.

Alla fine della giornata sentivo che mi trovavo nella squadra di Micky Arison (proprietario degli Heat), ma allo show di Pat.- ha raccontato.- Io adoro Pat e so che lui mi vuole bene. Il fatto è che non ne avevamo parlato, questo mi ha fatto male. Questo è stato il fattore che ha influenzato la mia decisione, quando ho visto che arrivati alla fine della giornata lui non mostrava di volermi lì. So che la famiglia Arison mi ha sempre voluto bene e mi voleva lì. So che Spo (coach Erik Spoelstra) mi voleva lì. Alla fine della giornata, non sentivo che i miei ragazzi avessero bisogno di me. E questo a lui poi l’ho spiegato. Questo mi ha ferito molto. Lui me lo ha mostrato… era il momento che io uscissi da quella situazione… E’ una questione di business. Ma io sono anche un uomo. Stavo aspettando che lui si facesse avanti e ci incontrassimo, che mi chiamasse, che facesse qualcosa, e invece non è mai successo nulla. Quello non è il Pat che conosco. Puoi trovarmi più velocemente di chiunque altro. Tu vuoi mancarmi. Ognuno vuole mancare a qualcuno. Io sentivo che non mancavo più alla persona alla quale volevo mancare. Stavo aspettando che lui si presentasse e venisse da me. Chiamami. Fai qualcosa. Nulla. Quello non è Pat, non è il Pat che conosco io.

Parlando dei contratti di Goran Dragic e Chris Bosh ha, poi, aggiunto:

Tutti questi giocatori si sono meritati i soldi che hanno ottenuto. La mia lamentela non va contro nessuno di loro. Io amo tutti quei ragazzi. Sono seduto qui a braccia aperte per loro. Ognuno parla del futuro, il futuro. Il mio futuro è scappare via. Sono ancora un buon giocatore in questa lega. Non sto chiedendo qualcosa che non penso di meritarmi… I miei sentimenti sono stati feriti? Si. Alla fine dei conti, bisogna sempre prendere la decisione migliore per te stesso.

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