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Unione arbitri, accuse a Cuban

Un dossier della NBRA denuncia alla Lega minacce e intimidazioni dal proprietario dei Mavs che però risponde gettando benzina sul fuoco

Uno dei proprietari, se non il proprietario più pittoresco della NBA è senza dubbio Mark Cuban. Negli ultimi anni è stato al centro di diverse diatribe per il suo modo di fare particolare ed eccentrico e per la sua lingua tagliente che non ha mai risparmiato nessuno: qualsiasi fosse l’argomento, il miliardario statunitense ha sempre detto la sua.

Il bersaglio preferito di Cuban è la classe arbitrale della Lega: il proprietario dei Dallas Mavericks non è mai stato tenero con gli arbitri, ma soprattutto con i loro dirigenti rei – a suo dire – di non essere in grado di gestire al meglio la situazione all’interno della NBA.

Nei giorni scorsi l’insider Adrian Wojnarowski del The Vertical ha portato alla luce la presenza di un dossier consegnato dall’unione arbitri (National Basketball Referees Association) alla NBA sulla questione Cuban, accusato dalla NBRA di minacce e intimidazioni nei confronti degli arbitri nel tentativo di alterare le partite dei Mavs.

Un’accusa grave quella della NBRA che, secondo quanto riportato sempre da Wojnarowski, è da un anno che denuncia questa situazione alla NBA e che intrattiene discussioni per come intervenire sulla vicenda. Non si è fatta attendere la risposta di Cuban che ha inviato una lunga lettera proprio a Wojnarowski pubblicata poi sulla pagina Facebook del The Vertical, lettera di cui vi proponiamo un estratto.

Insinuare che io abbia un’influenza sugli arbitri equivale a dire che gli arbitri NBA possono essere influenzati. Se un arbitro può essere influenzato dalla pressione di qualsiasi persona, allora non dovrebbe stare nella NBA. Io non penso che possano essere influenzati. Qualche anno fa inviai alla NBA una lista di arbitri che erano nella Lega da oltre un decennio ma che non avevano mai diretto una partita di Playoffs in carriera. Nella mia lettera chiesi come mai l’NBA non stesse procedendo a reclutare arbitri migliori di arbitri che non riuscivano a insidiare i migliori colleghi nelle gerarchie interne (Gli arbitri NBA sono in tutto 64, penso che quelli selezionati per i Playoffs siano circa 37). In quella lettera chiesi anche se l’arbitro NBA fosse un lavoro a vita e a che punto bisognava riconoscere se qualcuno doveva essere sostituito da qualcun altro che potesse svolgere il compito in maniera migliore. Lì appresi che un arbitro a fine carriera aveva in ogni caso una pensione sostanziale e anche un ruolo manageriale all’interno dell’unione arbitri. Aldilà di queste cose, io sono sempre lo stesso da quando ho comprato la franchigia e non vedo il motivo per cui debba cambiare.

Nel proseguo della lettera Cuban continua la sua invettiva contro i dirigenti arbitrali, chiedendosi come mai a gestire l’unione arbitri siano ex arbitri non più in attività e non dei veri e propri manager con maggiore esperienza. La querelle è destinata a tenere banco ancora per diverso tempo, intanto Wojnarowski è entrato in possesso anche di una lettera inviata da Lee Seham, avvocato della NBRA, a Byron Spruell, presidente delle operazioni della NBA, lettera nella quale Seham accusa la Lega di consentire a Cuban di esercitare pressione sugli arbitri e i loro dirigenti.

La risposta dalla NBA è arrivata ma non per bocca di Spruell, bensì del portavoce Mike Bass che ha rilasciato questa breve dichiarazione.

Non abbiamo una risposta specifica da dare al signor Seham. Questa uscita è solo l’ultima in ordine di tempo che tenta di minare la trasparenza necessaria che abbiamo cercato di portare al Gioco. Non saremo comunque dissuasi o distratti dal proseguire a migliorare l’arbitraggio.

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