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Miami Heat

Heat furibondi: presentato un reclamo all’NBA per arbitraggio iniquo

La franchigia di Pat Riley ritiene di aver subito un trattamento ingiusto a livello di falli non fischiati

I Miami Heat sono una delle squadre che spingono di più sulle incursioni in area e sull’attacco “all’arma bianca”. La squadra allenata da coach Spoelstra è prima in NBA per numero di penetrazioni tentate a partita, con 38.9 (altre sei le squadre sopra le 30), ma è in fondo alla classifica dei falli fischiati, con solo il 9.1% degli attacchi di questo tipo premiati con una chiamata arbitrale favorevole. Proprio il rapporto sospetto falli/penetrazioni ha portato la dirigenza della franchigia a presentare un reclamo all’NBA, reclamo che sarà valutato nel corso dei prossimi giorni.

VEDO/NON VEDO

Gli Heat sono inoltre ventisettesimi per tiri liberi tentati a partita. Di questo ha parlato Josh Richardson – guardia ventitreenne che sin qui sta segnando 11.4 punti a gara – in una recente intervista:

Se gli arbitri non fischiano e non ci mandano in lunetta significa che non vedono i falli. Non possiamo pensare troppo a questa cosa perché sposteremmo il nostro focus mentale da noi stessi agli arbitri. Magari se continuiamo ad attaccare e a giocare con intensità inizieranno a premiarci e a fischiare di più.

Gli Heat vengono da una convincente vittoria contro i Milwaukee Bucks (96-73) in cui hanno subito 20 falli e tirato 21 volte dalla lunetta. Resta da vedere se l’esposto presentato all’NBA avrà un effetto positivo o se invece risulterà controproducente, magari perché valutato come eccessivamente “invasivo” da parte delle alte sfere della Lega.

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