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Dallas Mavericks

Harrison Barnes intervistato da ESPN prima del suo ritorno all’Oracle Arena

Dal post Gara 7 alla sua nuova esperienza nella squadra di Cuban, Harrison Barnes racconta ad ESPN gli ultimi mesi ricchi di cambiamenti

Dopo la sconfitta in Gara 7 di giugno scorso sono cambiate molte cose in casa Golden State Warriors: l’arrivo di Kevin Durant, la nuova Death Lineup, e i sacrifici a livello di roster, con le partenze di Andrew Bogut ed Harrison Barnes dalla Baia in direzione Dallas.

Proprio quest’ultimo, prima della partita di stanotte (ore 4.30 italiane) che vedrà i suoi Mavs affrontare i Warriors all’Oracle Arena, è stato intervistato da Tim MacMahon di ESPN, e ha ripercorso tutto ciò che è accaduto dopo la sconfitta di Gara 7.

Entrano in gioco molte emozioni dopo una sconfitta in gara 7. Credo che mole persone fossero frustrate ed arrabbiate. Abbiamo anche bruciato un vantaggio di 3-1. Quindi che credo che tutti noi fossimo consapevoli che avrebbero fatto dei cambiamenti se avessimo perso quella serie. Non posso dire di essere rimasto sorpreso.

Pochi giorni dopo la sconfitta Barnes è stato informato dalla dirigenza di Golden State che gli obbiettivi della free agency sarebbero stati altri (Kevin Durant, ovviamente). Per liberare lo spazio di salario necessario per firmare l’ex OKC, i Warriors sono stati costretti a lasciar partire il prodotto di North Carolina, che ha commentato così quei momenti:

È stato davvero difficile. Ti guardi indietro, riguardi gara 7 e pensi: “Eravamo a soli due minuti dal festeggiare” e invece ti dicono “Grazie di quello che hai fatto”. È un cambiamento enorme. Alla fine però devi mettere tutto da parte e prendere una decisione. Io ho scelto di andare a Dallas. Ormai non ci penso più e vado solo avanti. 

Dopo aver firmato un contratto quadriennale da $94 milioni, in Texas sono stati molti gli scettici che hanno dubitato delle doti offensive di Barnes, che nei suoi anni nella Baia ha fatto registrare una media di punti abbastanza bassa, di 10.1 a partita. Nonostante lo scetticismo, sin dalle prime partite di questa stagione, anche complici i problemi fisici di Dirk Nowitzki, il numero 40 si è dimostrato una delle migliori armi offensive dei Mavs, facendo registrare 22.3 punti di media con il 50% da campo.

Ci sono molte più opportunità qui per me. L’attacco è differente. Ovviamente non mi sto lamentando del mio ruolo a Golden State, perchè con quelle rotazioni abbiamo vinto molte partite. Ma qui ho più possibilità di fare cose diverse. Adoro questa possibilità, come giocatore vuoi sempre giocare al massimo delle tue potenzialità. Alla fine della carriera vuoi poter guardare indietro e poter dire di aver ottenuto il massimo da te stesso. Credo che questo sia quello che ti permette di dormire bene la notte. Ho la possibilità di vedere, vivere e imparare. Abbiamo avuto una partenza difficile (ad oggi il record è di 2-5), ma non vedo l’ora di continuare. 

L’altra pedina arrivata a Dallas per liberare spazio salariale è stato l’australiano Andrew Bogut, che non ha perso l’occasione per commentare l’arrivo di KD:

Quando hai la possibilità di avere in squadra uno dei migliori giocatori al mondo la cogli. Se fossi stato il GM l’avrei fatto. Ovviamente, abbiamo avuto molto successo con il nostro gruppo, abbiamo capito i nostri ruoli, le nostre forze e le nostre debolezze e ci siamo aiutati a vicenda. Ma ovviamente loro devono pensare alla squadra per il futuro, devono avere una squadra competitiva per i prossimi cinque anni, non per i prossimi due.

Pur rammaricati per essere dovuti partire da una squadra competitiva, entrambi gli ex della partita di stasera non sembrano serbare rancore nei confronti dei loro vecchi compagni e della loro vecchia dirigenza, e sembrano molto più concentrati ad un futuro Texano che potrebbe  rivelarsi molto gratificante.

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