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Utah Jazz Preview: l’anno delle risposte

I Jazz sono davanti ad un bivio: continueranno a crescere o ciò che di buono si è intravisto nelle ultime stagioni era solo la peggiore delle illusioni?

ainge jazz

L’obiettivo principale del GM Dennis Lindsey era quello di rinforzare il reparto guardie e così è stato: la dodicesima scelta Taurean Prince è stata spedita ad Atlanta ed è arrivato George Hill in una trade a 3. Il deludente Trey Burke ha fatto le valigie verso la Nation’s Capital in cambio di una scatola di biscotti. Se l’aggiunta di Boris Diaw dà al tutto un tono hipster che non si vedeva dai tempi di Antoine Carr, quella di un veterano come Joe Johnson aiuterà tutto il roster a crescere.

Come dite? Anche Boris è un veterano? Sì, ma ha scelto Utah solo per poter riprodurre con facilità foto tipo questa. Anche se la french connection con Gobert potrebbe far sembrare meno sgraziato sia Gobert stesso che, perché no, il logo della franchigia.

diaw

Con una mossa tanto romantica quanto imperscrutabile, i Jazz si sono anche portati a casa i diritti di Marcus Paige. Nome tutt’altro che nuovo agli appassionati di basket collegiale, il senior da North Carolina si è visto sfuggire il titolo NCAA dalle mani all’ultimo istante. Scelto alla 55esima, il suo futuro NBA sembra quantomeno breve, allora sfruttiamo queste poche righe per porgere un fazzoletto di stoffa a tutta la Tar Heels section italiana.

A bocce in apparenza ferme, pare proprio che Utah abbia voluto puntare sui propri giocatori piuttosto che strapagare un Mozgov o un Mahinmi qualunque.




IL MERCATO

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