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Top 50 NbaReligion, posizioni 40-31: la strada è ancora lunga

Seconda parte della top50 targata NbaReligion.com che annovera i giocatori dalla 40° fino alla 31°

Jordan

DeAndre Jordan (credit: Troy Taormina-USA TODAY Sports)

38°: DEANDRE JORDAN

Alla Christian Life Center Academy è da sempre considerato più cool contare le A ottenute nei compiti in classe, piuttosto che le schiacciate effettuate durante le partite di basket; quella è roba più da Farragut, sobborghi di Chicago. Ma se di nome fai DeAndre e a diciotto anni sei un monolite afroamericano di 2 metri, va da sé che certe considerazioni per te non valgono. A Jordan infatti alla High School le schiacciate in partita gliele contavano eccome, forse accompagnate da relativo giudizio, di ben più alto valore rispetto alle A conseguite su carta.

Ecco dunque un posto anche per il fresco iridato Olimpico, uno dei centri più dinamici ed esaltanti in circolazione, con i suoi poster roboanti e stoppate altezza Sputnik. Jordan oggi è uno dei Big Three di Los Angeles: con il fisico di un Golia nero, nulla atleticamente sembra spaventare il miglior rimbalzista NBA di due delle ultime tre passate stagioni. Per divenire a tutti gli effetti un fattore su entrambi i lati del campo, quest’anno Jordan dovrà però a tutti i costi fare i conti con la chimera “free throw”. Sistemato il tiro libero potrà legittimamente aspirare all’etichetta di “centro più dominante della lega”.

Credits to: heritagemalta.com

Credits to: heritagemalta.com

37° GORDON HAYWARD

Nello Stato dell’Indiana ancora si vocifera circa quella coppia di gemelli usciti anni orsono sull’Indianapolis Star. “Good fellows”, bravi ragazzi, che con la racchetta da tennis in mano solevano deliziare gli occhi a uomini e donne ben più avvezzi ad assistere a 500 miglia di corsa in auto che a dritti e rovesci. Che fine avranno fatto? Diciamo che il maschietto dei due sulle copertine dei giornali ci esce ancora. Non più con una racchetta in mano, ma con un pallone sottobraccio. E… Non più solo in Indiana, ma un po’ per tutto il globo, specie nello Utah, dove ora gioca nel mezzo di montagne e mormoni intirizziti dal freddo.

St. Lake City non è certo il luogo dove ti aspetteresti di vedere crescere una superstar, ma il giovane Gordon Hayward Jr., sin dagli anni della High School, si sente puntualmente dire cosa non può fare o non può essere. E, altrettanto puntualmente, il biondino tutto sorrisi e pacche sulle spalle smentisce i detrattori. Hayward oggi è un giocatore d’elite nella NBA e, col ritiro del Mamba, titolare del più efficace step-back di tutto il campionato (una telefonata a Lebron per conferma è dovuta, seppur non consigliata).

Quest’anno Gordon si trova a essere il leader di una squadra che non si può certo definire vincente (pur con alle spalle vanta una storia prestigiosa), il cui futuro è proprio nelle mani del numero 20 da Brownsburg. Un solo compito: ritornare ai playoff. Allora sì, il biondino sorridente avrà smentito ancora una volta, e con ancora più forza, i detrattori.

38° E 37°

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