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Charlotte Hornets

Charlotte Hornets Preview: il peso della riconferma

Dopo aver sfiorato il secondo turno l’anno scorso, gli Hornets si ripresentano al via piuttosto ritoccati: il restyling porterà finalmente al secondo turno a Est o, considerata la concorrenza, riporterà Charlotte agli antichi demoni?

Charlotte Hornets

Jordan and Clifford

Il proprietario degli Charlotte Hornets Michael Jordan e coach Steve Clifford.

Dopo una vita da assistente, superati i 50 Steve Clifford si sta finalmente togliendo qualche soddisfazione anche da head coach, grazie alla fiducia nientemeno che di Sua Maestà Michael Jordan. Ormai al quarto anno sulla panchina biancoviola, nei precedenti tre per due volte ha chiuso con un record positivo centrando anche i playoffs, dopo che solo una volta era accaduto dalla nascita dei Bobcats; merito della mentalità difensiva impressa alla squadra, sempre tra le migliori della Lega nella propria metà campo nel corso della sua gestione, che spesso ha però comportato, anche per le caratteristiche stesse di molti interpreti, un gioco offensivo molto più povero, che molte volte vive e muore sulla verve di Kemba Walker.

La passata stagione l’ormai non più giovane Padawan Clifford pareva giunto ad un equilibrio nella Forza (come detto ottavi in Def. Rating ma soprattutto noni in quello offensivo, dopo due stagioni ampiamente oltre il ventesimo posto), ma ora pare aver già abbandonato il seducente Lato Oscuro del gioco d’attacco per tornare all’amato fortino, con l’aggiunta di un potenziale eccellente intimidatore come Hibbert (ma anche molto meno pericoloso di un Jefferson in area) e il ritorno in quintetto dello stopper Kidd-Gilchrist, con Batum dirottato al ruolo di shooting guard e la perdita del doppio playmaker che tanto aveva giovato agli scorsi Hornets.

L’immancabile Walker e Marvin Williams dovrebbero completare il quintetto, mentre in panchina paiono risiedere alcuni giocatori con qualche punto nelle mani, come Sessions, Belinelli e soprattutto Kaminsky: tutti, comunque (soprattutto il secondo anno ex Wisconsin), troveranno minuti solo in relazione alla propria applicazione difensiva. Piuttosto che segnarne uno in più degli avversari, affidandosi magari a qualche improbabile ma spesso efficace circus shot di Walker nel finale, l’idea sarà piuttosto subirne uno in meno, sperando che ciò basti a farsi largo nell’agguerritissima Eastern Conference di media classifica.




IL COACH

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