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Charlotte Hornets

Offseason Preview. Charlotte Hornets: Costruire il Futuro

Una buona stagione, buoni giovani ma anche tanti free agent che potrebbero andarsene. Cosa possono fare i Charlotte Hornets per diventare una squadra che può puntare al titolo?

In North Carolina il basket è una religione e vuol dire soprattutto due cose: Michael Jordan e Tar Heels. I cinque volte campioni NCAA sono una delle squadre più forti dell’universo collegiale, anche se in questo momento la delusione della Final Four di Houston è ancora alta. Jordan invece, che nel frattempo è diventato ambasciatore virale di disperazione, è intenzionato ad aggiungere una nuova dottrina cestistica: gli Charlotte Hornets.

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Intendiamoci la squadra è molto lontana dal vertice della Lega ma è reduce da una buonissima stagione (48-34) terminata dopo sette battaglie con i Miami Heat e dopo una regular season solida e con un roster giovane. La squadra di Clifford non gioca una pallacanestro esteticamente spettacolare; non ama correre (97.80 PACE su 100 possessi) ma è solidatra le prime dieci più o meno in ogni parametro – ed attenta al controllo della partita grazie al controllo di palla e rimbalzi difensivi (migliori della Lega in entrambi i casi).

Un’altra caratteristica spiccata della squadra di Clifford è il grande uso del tiro da tre punti (quasi 30 tentativi a partita, di più in regular season solo Warriors, Rockets e Cleveland) e quindi lunghi come Jefferson e Williams andrebbero trattenuti. Ma Charlotte potrebbe non essere incline ad investire una bella fetta del monte ingaggi su due giocatori di trent’anni compiuti puntando magari sul giovane Daniels anche lui free agent (Restricted) che quando utilizzato quest’anno ha mostrato buone cose e Kaminsky. Considerando poi la buonissima stagione di Cody Zeller – che sarà il centro titolare – le partenze dei due veterani potrebbero diventare cosa reale, anche se Charlotte proverà a tenerne almeno uno (in caso, sicuramente Williams).

Charlotte avrà ben nove giocatori in uscita dai rispettivi contratti, contro i soli cinque a salary cap: ai già citati Al Jefferson e Marvin Williams si aggiungeranno nomi come Lee, Batum e Jeremy Lin oltre ai meno rilevanti Harrison, Hansbrough e Gutierrez. Come detto tenerli tutti sarà impossibile e il rischio maggiore è quello di strapagare qualcuno per paura di lasciarsi sfuggire il core che ha fatto molto bene quest’anno. Uno tra Lin Lee dovrebbe essere sacrificato, forse entrambi. Il loro ruolo – difesa&tiro perimetrale per il primo, sparigliare le carte uscendo dalla panchina il secondo – è stato fondamentale ma le scelte potrebbero portare a nomi diversi visti i tanti giovani disponibili: Dellavedova, Crabbe, Clarkson, Seth Curry, Fournier, Beal, Jennings: nessun fenomeno ma tutti buonissimi role player che potrebbero evolvere il gioco degli Hornets.

Charlotte ha deciso di iniziare a prevenire quella che potrebbe diventare un’autentica diaspora sacrificando la propria scelta al draft (22) in cambio di un giocatore già pronto. Gli Hornets infatti poco prima dell’inizio del draft hanno mandato la loro (futura) prima scelta a Sacramento in cambio di Marco Belinelli.

 

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Credits to basketmercato.wordpress.com

 

Il trentenne italiano, già inseguito da Michael Jordan la passata stagione, arriva dopo una stagione fallimentare coi Kings ed avrà sicuramente voglia di riscattarsi. Il suo contratto – visto l’innalzamento del cap – potrebbe essere un buon affare per Charlotte che potrà usarlo in uscita dalla panchina o in situazioni specifiche viste le sue doti di spot-up shooter, utili nel sistema offensivo di Clifford. Quello che però non deve illudere i tifosi degli Hornets è che l’arrivo di Belinelli potrebbe compensare una possibile partenza di un giocatore come Batum, la vera priorità numero uno della free agency di Charlotte.

Il ventisette francese ha dimostrato di essere in perfetta sincronia con le due stelle Kemba Walker e Michael Kidd-Gilchrist, e nonostante con l’ultimo abbiano condiviso il parquet per poco tempo c’è di che essere ottimisti visto il 12.4 di NetRtg nei 161 minuti scorsi giocati assieme. La sua duttilità tattica è fondamentale per la difesa di Charlotte e in attacco oltre ad essere un affidabile spot-up shooter (35% da tre) è un abile passatore e/o playmaker aggiunto. Insomma, un giocatore completo.

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Charlotte farà di tutto pur non doversene privare, a costo di farne il giocatore più pagato del roster. Walker e Kidd-Gilchrist infatti avrà ancora rispettivamente tre e quattro anni di contratto a cifre molto vantaggiose (considerando l’innalzamento del cap floor e quindi dei contratti) e questo darà a Charlotte maggiore spazio di manovra. Walker ha già dimostrato di essere una point-guard di livello assoluto, capace di caricarsi la squadra sulle spalle sia offensivamente che emotivamente e di esserne già il padrone tecnico. La sua velocità e soprattutto il suo modo di giocare atipico lo rendo un play non particolarmente generoso (5.2 assist di media) ma capace di tagliare in due le difese come una lama nel burro.

Kidd-Gilchrist invece è quello da cui passano tutte le speranze degli Hornets. Riprendendo la statistica usata per valutare il suo affiatamento con Batum si vede chiaramente come riesca ad influire positivamente su ogni compagno quando è sul terreno di gioco. E’ l’equilibratore della squadra: la sua forza fisica è pari soltanto alla sua intelligenza cestistica; è in grado di difendere su ogni tipologia di attaccante e anche nel tiro – suo punto debole – sta sensibilmente migliorando.

La grande incognita sta tutta nella sua salute fisica. Negli ultimi due anni ha giocato solamente sessantadue partite di cui appena sette nella passata stagione tra un operazione e l’altra. Il suo rientro dovrebbe coincidere con l’inizio del summer camp e se la sfortuna fosse alle spalle allora i tifosi degli Hornets potrebbero assistere ad una stagione molto interessante. Ad oggi poter pensare di poter competere per il titolo ad oggi sarebbe forzato, ma i presupposti per gettare le basi per trasformare questa squadra in una pretender/contender nel giro di 2-3 anni senza dubbio.

(Se volete fare i vostri incastri, conti, trade o supposizioni varie la situazione salariale degli Hornets la trovate qui.)

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Credits to www.charlotteobserver.com

 

 

Lo scenario più probabile

La chiave è tenere Batum. Gli Hornets andranno all-in, ma potrebbe non bastare visto che mezza lega è sulle piste di un giocatore con le sue caratteristiche. Se il francese rimane – e MKG resta sano fino ad Aprile – Charlotte può ambire a un buon piazzamento finale. Lee e Jefferson verranno sacrificati sull’altare della flessibilità salariale mentre per William e Lin si proverà a fare uno sforzo (e forse uno rimarrà, diciamo William). Sperando nella crescita di Frank-The-Tank nel frount-court e in una stagione più solida di Lamb Charlotte si getterà alla ricerca di una point guard. Su l’usato sicuro un nome potrebbe essere Deron Williams (al minimo ovviamente) piuttosto che un Felton o un Lawson. Sennò un bel fit potrebbe essere un giocatore totalmente diverso da Walker tipo Jennings o Mario Chalmers.

 

LEGGI ANCHE: Cleveland; Miami; Golden State; Thunder; Portland; San Antonio; Clippers; Toronto; Knicks; Philadelphia; Lakers; Chicago; Phoenix; New Orleans; Boston; Houston; Denver; Minnesota; Milwaukee; Jazz; Orlando; Nets; Indiana; Atlanta;

 

 

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