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NBA Draft 2016: analisi delle prime 30 scelte

Andiamo ad analizzare nel dettaglio le prime 30 scelte dell’NBA Draft 2016, che sembra destinato a segnare la NBA per i prossimi anni.

 

11) OKLAHOMA CITY THUNDER (via Orlando Magic): Domantas Sabonis

Il figlio di Arvydas (naturalmente presente in Green Room) è stato subito reso protagonista di quella che è indubbiamente la trade della notte, ovvero quella che ha visto approdare a OKC il giovane talento da Gonzaga insieme ad Oladipo e Ilyasova in cambio di Serge Ibaka, volato a Orlando; non ci soffermiamo in questa sede sulle conseguenze/logiche della trade, certo è che evidentemente in casa Thunder c’è fiducia in Domantas e a ragione: Sabonis è molto più che un figlio d’arte, sa andare a rimbalzo ed è efficacissimo nei pressi del ferro; maturo mentalmente fuori e dentro al campo, Domantas è un giocatore fisico e raffinato assieme, indubbiamente una scelta eccellente, specialmente superata la pick n°10. Ai Thunder naturalmente gli inizi saranno dalla panchina, ma Sabonis Jr. potrebbe ben presto rivelarsi un importante tassello del secondo quintetto della squadra di Billy Donovan.

 

12) ATLANTA HAWKS (via Utah Jazz): Taurean Prince

Prima sorpresa in questa fascia di scelte (la prima in assoluto è stata quella di Thon Maker alla 10), quella degli Hawks è in realtà una pick più conservativa di quanto non sembri, con la squadra della Georgia che è andata ad accaparrarsi un giocatore tra i più pronti, seppur forse con prospettive non tra le più esaltanti a livello di potenziale; Prince fa diverse cose e tutte discretamente bene: va a rimbalzo, può occupare entrambi i ruoli di ala, è fisico, ma non privo del tocco da fuori, non brilla in nulla particolarmente, ma non c’è niente in cui sia una causa persa. Considerati tipo di Draft e numero della scelta, una pick che dovrebbe dare agli Hawks quello che cercavano e nulla più: è già qualcosa.

 

Credits to: twitter.com

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13) SACRAMENTO KINGS (via Phoenix Suns): Gergios Papagiannis

Questa sì che è una sorpresa difficile da spiegarsi: l’impressione è che con talenti del college non particolarmente esaltanti e la Porzingis Fever ancora fresca diversi GM si siano fatti prendere la mano con le scelte del vecchio continente, solo che quelli di Sacto ci sembra abbiano davvero esagerato, non ricordandosi che per ogni Porzingis di questo mondo ci sono almeno due Nikoloz Tskitishvili e Papagiannis ci pare appartenere più a questa categoria. 2.16 con discrete mani e per ora nulla più, il greco sarebbe stato sicuramente disponibile anche alla 22 (altra scelta Kings) che qui avrebbero quantomeno potuto portarsi a casa una guardia di qualità, pensiamo a Wade Baldwin ad esempio. Davvero scelta inspiegabile, che ha portato persino Cousins a chiedere aiuto a Dio su Twitter e che sinceramente non ha motivo d’essere. Detto ciò aspettiamoci tutti che Gergios diventi lo Shaquille O’Neal greco e ci smentisca tutti.

 

14) CHICAGO BULLS: Denzel Valentine

Scelta sensata vista anche la partenza di Derrick Rose: certo non ci si aspetta che Valentine significhi per i Bulls quello che è stato l’ora play di New York per tanti anni, ma di certo l’ex MSU può da subito dare buone certezze e un bell’apporto nel ruolo di play. Il dubbio maggiore riguarda il fatto che Valentine ricordi Rose soprattutto per un aspetto sicuramente non esaltante, ovvero la fragilità fisica: poche certezze sulle sua ginocchia, che se però, come speriamo, dovessero reggere, assicurerebbero ai Bulls un solido tiratore e play per i prossimi anni.

 

15) DENVER NUGGETS: Juan Hernangomez

Pick internazionale che ben si sposa con la politica adottata già da un po’ a Denver e che ha ancor più senso considerate le numerose scelte al primo turno a disposizione dei Nuggets: verosimilmente Hernangomez rimarrà qualche anno in Europa a crescere per poi poter potenzialmente divenire quello che sta essendo ora per la squadra del Colorado il nostro Danilo Gallinari. Atletico, lungo, ottimo realizzatore e tweener nel senso più positivo del termine, Hernangomez ci pare uno degli europei più interessanti in prospettiva e quindi un’ottima scelta da parte della dirigenza di Denver.

 

guerschon-yabusele16) BOSTON CELTICS: Guerschon Yabusele

Yabusele, francese di vent’anni, fa parte di quei nomi europei che non ci si attendeva al primo giro di chiamate, ma a differenza di Papagiannis ci sembra una scommessa più intrigante, nonché sensata viste anche le altre numerose scelte a disposizione di Boston. Power forward undersize, ma con lunghe braccia e fisico a dir poco solido, Yabusele possiede la capacità di colpire da fuori e dentro l’area, il tutto accompagnato da grande energia, velocità, capacità di andare a rimbalzo e buone basi tecniche. Sicuramente i Celtics potevano puntare su qualche talento più “rassicurante” per i fan, ma considerato tutto ci pare forse la scommessa migliore di questo primo turno (sebbene Maker sia quella che potrebbe pagare di più, ma anche la più rischiosa).

 

17) MEMPHIS GRIZZLIES: Wade Baldwin IV

Ottima scelta di Memphis che si porta a casa la guardia fisicamente più pronta per l’NBA: a livello difensivo parliamo di un giocatore potenzialmente da primo quintetto NBA che potrà crescere molto sotto l’ala protettiva di Tony Allen; in attacco ci troviamo di fronte ad un tiratore più che rispettabile, specialmente in situazioni di catch and shoot, nonché di un ragazzo generoso e dotato di ottime doti di playmaking. Le variabili come per tutti i selezionati sono infinite, ma potremmo trovarci di fronte ad un giocatore che tra 3-4 anni farebbe comodo a molte franchigie, averlo preso con la 17 in un draft di livello medio-basso potrebbe rivelarsi un colpaccio.

 

18) DETROIT PISTONS: Henry Ellenson

Giocatore sceso un po’ rispetto alle previsioni della vigilia (ma non tanto quanto molti altri), Ellenson era sicuramente una scelta quasi obbligata a questo punto, nonché un ottimo fit per i Pistons che mettono in organico il lungo al momento probabilmente più pronto a livello offensivo di tutto il draft, un giocatore in grado di formare con Andre Drummond un’ottima coppia di torri gemelle, dando però al frontcourt anche quella dimensione fuori dall’area piccola che non è invece propria dell’ex UConn.

 

19) DENVER NUGGETS: Malik Beasley

Altra guardia dopo Jamaal Murray scelta dai Nuggets, che aggiungono ulteriore profondità al backcourt con un giocatore che ha fatto vedere molte buone cose nel suo unico anno a Florida State: una guardia molto atletica, con ottimo spirito di sacrificio e un tiro che va ad ondate, ma complessivamente affidabile. Buon complemento a Murray e giocatore molto adatto a dare importanti contributi dalla panchina con la grande dose di energia che riesce a mettere ogni volta sul campo.

 

20) BROOKLYN NETS (via Indiana Pacers): Caris LeVert

Concludiamo con la scelta dei Nets, che decidono di puntare su un giocatore uscito dai radar a causa dei problemi fisici che lo hanno colpito nel corso della sua carriera collegiale: guardia versatile e tiratore affidabile, Levert senza i forti dilemmi riguardanti i suoi infortuni sarebbe potuto essere una scelta da lottery, ma i problemi ci sono e purtroppo sembrano anche seri. Nonostante non si tratti di un Draft strabordante di talento forse c’erano ancora altri giocatori preferibili a LeVert considerato il rapporto rischio/ricompensa, ma qualora la sua carriera non dovesse essere nuovamente minata dagli infortuni Levert potrebbe ripagare la fiducia dei Nets.

 

A cura di Giacomo Cabras




11-20

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