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Draft 2016: il legame di Brett Brown con la famiglia Simmons spinge Ben verso i Sixers?

L’ala ex-LSU vicina a Philly

Un altro corpaccione per i Sixers? L’intenzione del front office di Philadelphia – a prima pick finalmente acquisita – sembrerebbe essere quella di scegliere il mirabolante specimen australiano Ben Simmons, da tutti indicato come il vero freak atletico del Draft 2016. Una spinta ulteriore arriva dal rapporto diretto di coach Brett Brown con la famiglia Simmons (ha allenato il padre di Ben Simmons per quattro anni a Melbourne).

Simmons è il classico giocatore di domani nel corpo di un uomo di dopodomani: point forward da 2.08 di altezza, balzi da cavalletta e attitudine da all-around player (19.2 punti, 11.9 rimbalzi e 4.8 assist da freshman a LSU).

C’è anche un rovescio della medaglia. Simmons manca di un jump shot affidabile, non è riuscito a trascinare LSU al Torneo NCAA ed è un anno più vecchio del rivale diretto Brandon Ingram. Proprio Ingram, a fari spenti e con una stagione di altissimo livello, ha messo in crisi chi vedeva in Simmons la sicura prima scelta. I Sixers, per togliersi ogni dubbio, visioneranno Ingram in un workout privato. L’ala piccola ex-Duke ricorda Kevin Durant e Carmelo Anthony e, dal punto di vista meramente tecnico, si adatterebbe meglio di Simmons a un roster strapieno di lunghi di prospettiva (Okafor, Noel, Embiid, forse anche Dario Saric).

Hinkie se n’è andato, ma certe abitudini parrebbero essere rimaste. Che i Sixers si trovino a scegliere, per l’ennesima volta, il “best talent available” senza guardare alle esigenze di squadra? Il Draft è vicino; dall’Australia arriverà un nuovo, ingombrante, fenomeno.

 

 

 

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